Nel corso del 2010, secondo le segnalazioni ricevute dall’associazione sono stati 6233 i cani rapiti o sottratti, contro i 5674 del 2009, e tra questi i cuccioli naturalmente la stragrande maggioranza (65-70 per cento del totale) sono cuccioli, ma anche le mamme “fattrici” sono spesso oggetto di questi furti.
I cani in tenera età infatti oltre a non essere ancora dotati di microchip possono essere addestrati senza difficoltà. Se tanti sono i cuccioli “clandestini” che dall’estero arrivano in Italia, nei modi peggiori, i cani di razza vengono spesso rapiti su commissione, spesso da allevatori abusivi, e rimangono sul mercato italiano, destinati magari a bracconieri, cacciatori e cercatori di tartufi senza scrupoli.
”I rapimenti dei cani da caccia e da tartufo – spiega Lorenzo Croce, presidente di Aidaa – rappresentano una piccola nicchia nel grande marasma del fenomeno dei furti di cani e più in generale di animali, ma è il settore maggiormente redditizio. Purtroppo il modo in cui spesso vengono tenuti i cani dai cacciatori nel centro Italia lasciati in capanni lontano dalle abitazioni, e a volte anche in cattive condizioni generali, facilita il fenomeno dei furti in quanto gli animali vengono lasciati a loro stessi per quasi tutta la giornata spesso in zone isolate”.