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Banca Mondiale, a rischio pace in molti stati

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Giuseppe Timpone

Il Presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, ha lanciato un monito ai ministri economici e finanziari del G20, che nei prossimi giorni si riuniranno a Parigi. A loro, Zoellick ha voluto dare le cifre di ciò che sembra diventare nel mondo una vera emergenza alimentare, che cresce a causa della speculazione internazionale.

Secondo il numero uno della World Bank, a causa del rialzo dei prezzi del cibo, il cui indice nel 2010 è cresciuto del 29%, altri 44 milioni di persone nel pianeta vivono in uno stato di povertà, al di sotto di 1,25 dollari al giorno. Cifra che aumenta a 68 milioni, se si considerano anche i paesi produttori.

Maggiormente esposti agli aumenti dei prezzi sono mais e grano, quest’ultimo a causa delle avverse condizioni meteo, che hanno decimato i raccolti in alcune zone, come Australia, Cina, Russia.

Se non si interverrà, dice Zoellick, è a rischio la pace in alcuni stati-chiave, come Afghanistan, Pakistan e Sudan, così come già abbiamo avuto modo di vedere con Tunisia e Egitto. Un pò tutto il Medio Oriente è esposto al rischio.

L’aumento dei prezzi, infatti, pur non essendo il fattore principale, è una concausa dei malesseri sociali di intere aree del mondo.

Giocano a favore dell’aumento delle quotazioni del cibo senz’altro cattive condizioni del tempo, che in per alcuni raccolti hanno provocato danni; l’acquisto di cibo, dovuto al panico, che tiene alta la domanda e la scarsa trasparenza sul mercato. Infatti, i raccolti sono stati complessivamente molto positivi, per cui, in condizioni di trasparenza e di informazione ottimale, il prezzo dovrebbe scendere, non salire, sostiene l’istituto di Washington.

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Giuseppe Timpone