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Infarto e ictus : soggetti a rischio non si curano

Published by
Tiziana Cazziero

L’infarto e l’ictus rappresentano due tra le cause di morte più frequenti del mondo industrializzato. Purtroppo pero spesso capita che nonostante le continue indicazioni del medico curante, le insistenti campagne pubblicitarie a favore della prevenzione, e piccoli avvisi del nostro corpo, siano deliberatamente ignorati e sottovalutati. Ciò che è emerso da uno studio dell’Università di Milano, che si è occupato di questo tipo di analisi, collaborando insieme alla Società Italiana Medicina Generale Simg, il cui esito è stato pubblicato sulla rivista Nutritional Metabolism and Cardiovascular Diseases, è che 2 milioni di soggetti a rischio d’infarto e di ictus, non si curano.

Quest’attenta analisi è durata circa 8 anni ed ha riguardato il controllo di 7000 individui, ai quali sono stati controllati i livelli di colesterolo nel sangue, soggetti facenti parte di pazienti di studi medici, e dottori di famiglia, analizzando le loro abitudini quotidiane, gli stili di vita, considerando l’eventuale attività fisica svolta con regolarità, ed anche di altri fattori, come l’età e il sesso, nonché concause come fumo e alcol, obesità, e  pressione arteriosa. Inoltre si è considerato il grado d’istruzione dei soggetti, asserendo che i pazienti meno istruiti sono quelli che corrono maggior rischio d’infarto e d’ictus.

Il prelievo di sangue inoltre ha permesso un controllo e una visione più ampia del rischio cardiovascolare complessivo della popolazione italiana. Inoltre sono stati valutati anche i livelli della Proteina C reattiva, prodotta nel fegato, il professore Alberico Catapano farmacologo dell’università Milanese, afferma che a preoccupare sono i livelli bassi costanti di questa proteina a preoccupare, e che col tempo possono indicare maggior rischio d’infarto e di ictus.

I suoi livelli sono stati valutati anche in concomitanza al sovrappeso e al grasso viscerale, incidono, infatti, in maniera gravosa i dati inerenti le misure del girovita come livelli di rischio, 102 cm per l’uomo e 88 per la donna.

Questi dati indicano che anche chi presenta livelli di colesterolo Ldl inferire a 130, può essere a rischio se esistono gli altri parametri accennati, dei quali sarà giusto e doveroso verso la nostra salute valutare attentamente.

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Tiziana Cazziero