La rivolta del mese scorso ha infatti provocato uno sbandamento nella popolazione che non deve essere alimentato.
Per questo l’intesa raggiunta è una sorta di compromesso.
Tunisi si è impegnata a controllare le proprie coste e ad impedire le nuove partenze – anche se il controllo effettivo partirà solo nei prossimi giorni, visto che debbono ancora essere reperiti i mezzi – ma, d’altro canto, ha opposto un netto rifiuto all’ipotesi di rimpatri collettivi.
Tornato dalla Tunisia, il Premier Berlusconi ha, nella giornata di ieri, incontrato le Regioni. Il fine era quello di trovare un accordo sul piano di smistamento ed anche questa questione sembra essere stata risolta.
La soluzione sottoscritta prevede che ognuna delle Regioni italiane accolga un certo numero di immigrati, i quali avranno un “permesso di soggiorno temporaneo”, del quale si farà garante il Governo.
Anche le polemiche su un presunto disimpegno delle Regioni settentrionali appaiono sopite.
Gli altri punti del piano non prevedono più l’allestimento delle tendopoli, ed inoltre sarà coinvolta in prima linea la Protezione Civile.
La concessione del cosiddetto “articolo 20” infatti– quello che prevede la concessione di un permesso di soggiorno temporaneo della durata variabile da tre a sei mesi – era stata presa in considerazione in virtù del fatto che gli immigrati, una volta ottenuto il permesso, avrebbero potuto liberamente circolare anche negli altri Paesi europei.
La Francia ha subito bloccato la proposta, dichiarando di non essere disposta a concedere l’ingresso indiscriminato nel proprio territorio.
Questo ha spinto il Governo ad attivare tutti i canali istituzionali che permettano all’Italia quantomeno di chiedere all’Unione Europea un intervento coordinato.
Nei prossimi giorni dunque si cercherà di far si che i migranti possano liberamente uscire dal nostro territorio e recarsi anche negli altri Paesi europei.