Quattro anni di scontri – L’avvenuta riconciliazione tra i due movimenti arriva dopo quattro anni in cui la Palestina è stata alle prese con una strisciante guerra civile, divisa in due con la Striscia di Gaza in mano ad Hamas e vietata a Fatah e la Cisgiordana invece guidata dal movimento del presidente Abu Mazen. La miccia che ha dato il via agli scontri sono state le elezioni del 2006 vinte da Hamas, movimento che non ha il riconoscimento internazionale visto le sue derive terroristiche. Da allora le due fazioni si sono fronteggiate fino ad arrivare alla separazione tra le due zone del nascente stato palestinese.
L’accordo – L’accordo ratificato in Egitto è basato essenzialmente su sei punti, tra i quali il più importante è la creazione di un governo di unità nazionale che avrà il compito di preparare il terreno a nuove elezioni presidenziali e politiche che si dovranno tenere entro un anno. Tra gli altri punti è prevista anche al costituzione di una commissione elettorale centrale formata da rappresentanti dei due movimenti e di un Consiglio Supremo della Sicurezza che riunifichi i servizi di sicurezza delle due fazioni. L’Olp, guidata dal Presidente Abu Mazen, sarà la titolare della trattative per la pace con Israele.
Le reazioni – Proprio lo stato israeliano non ha accolto con favore l’accordo tra Hamas e Fatah, giudicando la riconciliazione come un duro colpo per la pace e una vittoria del terrorismo. Soddisfazione invece in tutto il mondo arabo e anche da parte dell’ex presidente americano Jimmy Carter e della Francia. Scene di festa in Palestina soprattutto nella Striscia di Gaza, dove dopo anni si sono visti scendere in piazza insieme rappresentanti di Hamas e del Fatah.