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Misteri su morte bin Laden forse tradito da Al Zawahiri

Published by
Giuseppe Timpone

La morte di Osama bin Laden continua a essere sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo e ai primi posti nei notiziari nazionali. Nonostante siano trascorsi già quattro giorni, non si cessa di parlare dello sceicco del terrore, della sua uccisione e della dinamica della sua individuazione e poi degli attimi concitati della sua morte. A tenere alto il livello di attenzione dei media sull’evento del decennio (dopo le Twin Towers) sono le diverse spiegazioni dell’accaduto, che provengono dalle fonti ufficiali americani, che volenti o nolenti spingono a creare un terreno fertile per le fantasie più estrose, con interpretazioni diverse e anche contrastanti dei fatti. Ieri, il Presidente degli USA, Barack Obama, ha consegnato la medaglia d’oro al merito ai soldati dei Navy Seals, che hanno effettuato la missione in Pakistan. Il volto del soldato che ha ucciso bin Laden, invece, non sarà mai visibile al mondo, così come mai si conoscerà il suo nome. La ragione è evidente: motivi di sicurezza personale. E così, forse per la prima volta al mondo, non si saprà mai l’identità di colui che ha eliminato l’uomo più ricercato e temuto sul pianeta. Come se qualcuno nel 1945 avesse ucciso Hitler e non si sapesse chi.

Ma torniamo alle ultime ipotesi intorno al mistero che avvolge l’uccisione del capo di Al Qaida. Indiscrezioni non ufficiali vorrebbero che lo sceicco sia stato tradito dal suo più grande fiancheggiatore, l’egiziano Al Zawahiri, o comunque da uomini appartenenti alle sue colonne.

Sempre secondo tali indiscrezioni, poi, in particolare un uomo avrebbe condotto gli americani al covo in cui si trovava Osama bin Laden, fingendo di non sapere di essere seguito. Le forze delle Navy Seals avrebbero impiegato un paio di settimane, prima di dare vita al blitz.

Altre rivelazioni, questa volta della moglie di bin Laden, sopravvissuta al raid, dicono che il capo di Al Qaida si trovava in quella casa in Pakistan da 5 anni, e che egli abbia vissuto per questo tempo in sole due stanze, con una cucina e un bagno separati dal resto dell’abitazione. Anche il particolare temporale potrebbe essere importante, per valutare la posizione del Pakistan, che dovrà ora rendere conto di come mai nulla sapesse della presenza di bin Laden nel Paese.

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Giuseppe Timpone