Ma stavolta c’è l’opposizione di Germania e Finlandia. I tedeschi non fecero mistero neanche lo scorso anno, in occasione del salvataggio, di essere contrari a prestare soldi ai greci; la Finlandia si accinge a formare un nuovo governo, dopo le politiche di tre settimane fa, che vede nella coalizione di maggioranza il partito “Veri Finlandesi”, contrario ai salvataggi.
Da questo combinato, la soluzione a cui si starebbe andando sarebbe quella di una concessione di aiuti, in cambio di garanzie. In sostanza, la Grecia dovrebbe garantire il rimborso del piano aggiuntivo di prestiti europei, attraverso una sorta di “ipoteca” sui proventi delle privatizzazioni, pari a circa 15 miliardi di euro.
Certo, a fronte di un nuovo esborso previsto per 40 miliardi, la copertura delle garanzie sarebbe solo di un 40% circa. Tuttavia, è il segnale che la UE, questa volta, non darà prestiti ad occhi chiusi. Troppo alto il rischio di un mancato rimborso, troppo forti le opposizioni a un ennesimo salvataggio, da parte delle file rigoriste.
E oggi, con la riapertura dei mercati, vedremo se le nuove voci sul sostegno europeo ad Atene avranno effetto sulla borsa ellenica e soprattutto sui titoli del debito, con un secondario che ha già portato i rendimenti biennali a oltre il 26% all’anno.