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Politici contro videogiochi: The Sims 3 incita all’omosessualità

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Giuseppe Di Spirito

Si alza un polverone contro il videogioco “The Sims 3“, terzo capitolo ufficiale di una ormai storica saga che vanta anche numerosi “spin-off”, una “simulazione di vita” che da circa 10 anni viene prodotta dalla casa di software Electronic Arts con centinaia di milioni di copie vendute in tutto il mondo. Pietra dello scandalo: i giocatori possono ora liberamente scegliere di intraprendere anche relazioni omosessuali. A far molto rumore è una intervista a Carlo Casini, europarlamentare dell’Udc e presidente del Movimento per la Vita, di area cattolica. In collegamento con la nota trasmissione del web “KlausCondicio” condotta da Klaus Davi ed in onda su YouTube, Casini, informato dal conduttore dell’esistenza del gioco, ha dichiarato che simulare la formazione di famiglie gay e persino l’adozione di bimbi da parte di persone dello stesso sesso ultime può danneggiare i più giovani.

“Lo sviluppo della sessualità di un adolescente presenta inizialmente aspetti di omosessualità e bisessualità, che poi si armonizzano e l’eterosessualità diventa la regola…questi videogiochi intervengono in quel momento di sviluppo parziale, in cui è normale che ci siano tendenze omosessuali che rischiano così di essere fissate” così dunque il deputato, che ribadisce la “pericolosità” di un simile gioco ed annuncia un impegno politico presso il Parlamento europeo ed italiano per intervenire sulla sua commercializzazione, emanando regolamenti così come per la pornografia.

Paola Concia, parlamentare del Pd che di recente è stata oggetto di un’aggressione di matrice omofoba, esprime immediatamente il suo dissenso per le opinioni di Casini, parla di “integralismo” e di mancanza di rispetto per la comprensione delle diversità a cui educare le nuove generazioni. Dal Pdl arriva invece la difesa ad opera di Maurizio Gasparri: “Senza rispetto è l’onorevole Concia, che offende Carlo Casini per aver mosso delle legittime preoccupazioni circa la diffusione di un videogioco che consente di simulare vite di coppia omosessuali” ed annuncia supporto alla proposta di emanare una normativa di legge sull’argomento.

Ma le reazioni non si esauriscono in questi botta e risposta. Vladimir Luxuria ricorda l’episodio della pubblicità di Ikea (manifesti con una coppia omosessuale che avevano provocato le ire di Carlo Giovanardi) e parla di una Italia che sprofonda ormai nel ridicolo attaccando anche i videogiochi, al contrario per Rocco ButtiglionePaola Binetti (Udc) si tratta di “un attacco al valore sociale della famiglia definito nella Costituzione”  che si inserisce in una più ampia strategia di legittimare stili di vita alternativi che mortificano i valori nazionali.

Questo accenno di complotto viene raccolto in pieno dal già citato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, Carlo Giovanardi, che sempre da Klauscondicio arriva a parlare di campagne che incoraggiano valori lontani dalla Costituzione di cui i videogiochi sono solo uno degli strumenti e mette in guardia da ogni forma di propaganda che possa inculcare nei più giovani una realtà di famiglie formate da “due papà o due mamme” invece che di mamma e papà. Giovanardi conclude auspicando una collaborazione con i produttori del videogioco che li porti a spiegare che ci sono paesi dove il matrimonio non prevede l’unione di persone dello stesso sesso.

Tocca a Franco Grillini, presidente di Gaynet, replicare a Giovanardi capovolgendo l’ottica della situazione: “Non sono i videogiochi e neppure i libri ad alterare la realtà, ma è la realtà a entrare nei videogiochi e nei libri. Le famiglie omogenitoriali ci sono anche in Italia e l’articolo 3 della Costituzione afferma che tutti i cittadini hanno uguali diritti. Il fatto che in Italia non ci siano leggi a tutela di queste situazioni -conclude Grillini- è dovuto all’arretratezza culturale di chi ci malgoverna”.

A margine di tutto ciò, se si vuole andare oltre le solite polemiche ed approfondire la questione, si può scoprire che esiste già un sistema di classificazione dei videogiochi in base al contenuto, il cosiddetto PEGI (Pan European Game Information) e che The Sims 3 è già consigliato solo ai maggiori di 12 anni, per giunta con simboli che indicano chiaramente la presenza di elementi sessuali all’interno del gioco. Tuttavia il Pegi non è applicato uniformemente nei paesi dell’Unione, in Italia ad esempio si limita ad essere una indicazione non vincolante. Il problema, allora, sarebbe un altro: sedersi attorno ad un tavolo e discutere di una corretta applicazione di un qualcosa che esiste già, al di là degli steccati ideologici e degli estremismi. Nel frattempo chissà che la Electronic Arts non ringrazi per l’inatteso messaggio promozionale.

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Giuseppe Di Spirito