Lo scorso anno, i prodotti manifatturieri venduti all’estero hanno ammontato a un valore di 332,24 miliardi di euro, in crescita del 15,7% sul 2009, secondo uno studio di Confartigianato. E anche i primi due mesi del 2011 segnano un boom dell’export, con un +21,2% sullo stesso periodo del 2010, il che fà molto ben sperare, in termini tendenziali. Soddisfa poi la crescita più marcata delle vendite extra-UE, che segnano un +27,4%, contro un +17,2% dell’export verso i Paesi UE.
Oltre, quindi, ai mercati di sbocco tradizionali, come la Germania, l’Italia registra importanti successi nei nuovi mercati, come Turchia, Cina, India, Russia e USA.
A conferma del ruolo trainante del nord, basta riflettere su un dato: il 28,4% del totale esportato dall’Italia, pari a oltre 91,5 miliardi di euro, proviene dalla Lombardia, e le prime cinque regioni, in termini di valore esportato (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana) da sole rappresentano quasi i 3/4 delle esportazioni italiane.
Tuttavia, sebbene ancora in coda, il sud ha fatto registrare un vero e proprio boom di vendite all’estero, con la Sardegna in testa, con una crescita del 58,6% e la Sicilia segna un +48%.
Segnano un ottima performace i metalli (+33%), prodotti chimici (+22,7%), apparecchi elettrici (18,4%), mezzi di trasporto (+17,3%) e altri settori come le palstiche, abbigliamento e generi alimentari, tutti in crescita abbondante a due cifre.