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Parmalat, cda contro Opa Lactalis

Published by
Giuseppe Timpone

Il consiglio di amministrazione di Parmalat, presieduto dall’ad Enrico Bondi, si è pronunciato contro l’Opa di Lactalis sulle azioni di Collecchio, ritenendo insufficienti i 2,6 euro per azione offerti dai francesi. Secondo il cda, infatti, l’offerta dei francesi dovrebbe tendere a 2,80 euro per azione, così come è avvenuto per l’acquisizione del pacchetto dei tre fondi scandinavi, agli inizi di marzo, per il 15,4%, che consentì allora a Lactalis di raggiungere il 29%.

Se la società della famiglia Bésnier dovesse veramente sborsare 2,80 euro per azione, anzichè 2,60 euro, ci sarebbe un aggravio di costo dell’operazione di altri 260 milioni di euro, cosa che non sembrerebbe nè possibile, nè nelle intenzioni dei francesi, che già potrebbero avere tra poche settimane un debito di 7,7 miliardi di euro complessivi.

Va, tuttavia, rimarcato come la decisione del cda di Parmalat non abbia effetti di blocco sull’Opa, ma serve ai mercati per orientarsi. Di fatto, questa operazione sarebbe considerata ostile. I piccoli azionisti però potranno fare le loro valutazioni personali, senza che il giudizio di Collecchio sia loro vincolante.

Lactalis punta alla maggioranza delle azioni, non certo ad acquisire la totalità di esse, per cui anche per questa ragione non alzerebbero il prezzo, che attirerebbe nuovi azionisti. L’obiettivo di riferimento sarebbe il controllo del 55% del capitale, cioè il 26% in più, oltre il 29% già posseduto, che aggraverebbe il debito dei francesi di qualcosa intorno al miliardo di euro, non dei 3,4 miliardi teorici, messi in conto, se tutti gli azionisti dovessero vendere le quote. L’operazione partirà il 23 maggio e si concluderà l’8 luglio.

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Giuseppe Timpone