E proprio la crescita deludente non permette una ripresa più dinamica dell’economia, con consumi stagnanti e investimenti che non ripartono, anche a causa del basso tasso di ritorno, dato che i tassi di profitto sono più bassi di quelli europei. Le cause dovrebbero essere rintracciate in una crescita troppo alta dei prezzi delle commodities, che in Italia incide particolarmente (pensiamo al settore energetico) e al più alto costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP), che detto altrimenti significa che la produttività del lavoro italiano è più bassa che altrove.
Tutti fattori che spingono la maggiore sigla degli imprenditori italiani a non mostrare alcun ottimismo nel breve termine. Eppure, da parte di Sorgente, il fondo di investimento negli immobili, si diffondono dati, che lasciano trapelare un certo ottimismo degli operatori sulla ripresa del mercato immobiliare, con oltre un terzo di essi a prevedere una crescita delle opportunità di compravendita e circa il 30% si dice convinto di assumere nuovo personale entro l’anno.
Secondo Sorgente, infine, il mercato sarà più vivace per gli acquisti di immobili commerciali e uffici, mentre gli operatori del settore cercheranno di diminuire le loro posizioni sul mercato residenziale, che dovrebbe risentire dell’aumento del costo dei mutui, a seguito della crescita dei tassi BCE.