Tuttavia, questa volta, Giulio Tremonti ha voluto spostare il punto della questione su un altro aspetto, diremmo, di natura opposta ai toni trionfalistici sui dati della lotta all’evasione, sostenendo che da adesso bisogna evitare di mettere in atto misure eccessive, quando si procede alla riscossione delle imposte evase. Tremonti riconosce che non è più sostenibile una situazione in cui il contribuente è costretto a versare allo stato, oltre alle sanzioni, tutta una serie di interessi e di interessi su interessi, che di fatto danno vita al fenomeno odioso dell’anatocismo, con la difficoltà per il cittadino di distinguere tra sanzioni e interessi maturati e rendendo ancora meno agevole la riscossione del dovuto.
Pertanto, stop alle cosiddette “ganasce fiscali”, ossia a quelle misure eccessive, spesso anche a fronte di importi risibili, per cui il fisco procede a ipotecare i beni di proprietà del contribuente.
Le parole di Tremonti giungono dopo che la scorsa settimana diverse proteste contro i metodi poco ortodossi di Equitalia, agenzia di riscossione per lo Stato, sono culminate con una manifestazione a Cagliari, davanti alla sede regionale dell’agenzia, così come nei giorni precedenti, a Torino, così come a Milano, vi erano stati atti di vandalismo inquietanti contro le sedi di Equitalia, che hanno lanciato l’allarme sul rapporto deterioratosi nel tempo tra contribuente e fisco.