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Grasso al governo: Come dialogare con chi insulta?

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Bruno De Santis

Che il rapporto tra il Governo e la magistratura non fosse certo dei migliori è cosa nota ai più: colpa dei giudici “comunisti” e “eversivi” per i rappresentanti dell’esecutivo, colpa dei politici che non perdono occasione per attaccare la magistratura per i togati. Nell’infinita diatriba tra i due poteri dello stato entra oggi il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, che nel corso del dibattito “Giovanni e Paolo, due italiani”, organizzato nel giorno della commemorazione dell’uccisione del giudice Giovanni Falcone, ha dichiarato: “Come si può dialogare con chi continuamente ci insulta? Con chi parla dei magistrati come dei matti, dei golpisti, con chi parla dei giudici come di un cancro da estirpare?” E il procuratore, invitato dal moderatore Gianni Minoli a spendere una parola per placare le polemiche, ha continuato: “Vorrei anche smorzare i toni della polemica ma come si fa?”.

Alla presenza del ministro Alfano, nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone, dove si ricordavano i 19 anni dalla stragi di Capaci, Grasso ha anche parlato del testo della riforma della giustizia presentato dal Governo e anche qui le parole non sono state tenere: “Contesto già il fatto che si parli di riforma: non è una riforma della Giustizia ma una modifica dei rapporti tra magistratura e politica. I cittadini si aspettavano qualcosa di diverso, un testo che potesse far celebrare rapidamente i processi eliminando tutte quelle regole che ne rallentano lo svolgimento”. Ma il procuratore ha avuto anche parole di elogio verso Alfano capace di “percepire a volo le priorità” come ha fatto quando fu avanzata l’idea di “aggredire i patrimoni dei mafiosi affidando la competenza alla DDA”.

E proprio il Ministro della Giustizia ha difeso la riforma presentata dall’esecutivo; un governo che, secondo Alfano, “lavora e lavorerà sempre per garantire l’autonomia della magistratura, che sappiamo essere un presidio di legalità che non può essere toccato. Allo stesso tempo – dice il guardasigilli – ci stiamo muovendo per una separazione delle carriere, chiesta anche dallo stesso Falcone.  Devo dare merito al Procuratore che è un uomo delle istituzioni che non fa sconti al Governo ma che non è al servizio di una parte politica”.

 

 

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Bruno De Santis