Secondo Marco Cappato, capolista della Lista Bonino-Pannella, si sarebbe trattato di “spot analoghi a quelli, celebri, che Berlusconi inscenava per Forza Italia sino a quando è entrata in vigore la legge n. 28 del 2000; mancava solamente la foto di famiglia in bella vista sulla scrivania. L’occupazione delle tv da parte di Berlusconi non è cosa alla quale si può rimediare con dei semplici spazi di riparazione, ne può essere sufficiente l’intervento dell’AGCOM. Fatti così gravi debbono essere valutati anche in sede penale, come da tempo sottoponiamo alla Procura di Roma”.
Nell’esposto si richiedeva anche un intervento di sequestro per “videocassette e/o file originali dei messaggi trasmessi dai notiziari compresi eventuali appunti che ne hanno accompagnato il recapito”, nonché “di ordini di servizio per i giornalisti che hanno effettuato le pseudo interviste oltre agli appunti e ai fogli di lavoro delle riunioni di redazione dei telegiornali”. Ma la richiesta, in questo caso, non è stata accolta.
Intanto la denuncia è stata presentata contestualmente anche alla Procura di Milano, che dovrà decidere sui casi analoghi di Tg4, del Tg5 e di Studio Aperto, di sua competenza.
Per quanto riguarda il reato contestato al nostro premier, egli è indagato in qualità di leader del Pdl e non in quanto Presidente del Consiglio, particolare che lo0 pone al riparo da un eventuale coinvolgimento del Tribunale dei Ministri.
E guai si profilano anche per la trasmissione Anno Zero condotta da Michele Santoro: di nuovo l’Agicom è intervenuta per la puntata andata in onda lo scorso 26 maggio, poichè nell’intervento di Adriano Celentano e nella sua esternazione sulla preferenza di voto per Pisapia si sarebbe configurata la violazione della par condicio, commessa in piena campagna elettorale. Archiviati, invece, dalla stessa autorità gli esposti contro il Tg3 per due servizi sui ballottaggi di Napoli e Milano andati in onda nell’edizione dell 19 il 25 maggio scorso.