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Scarcerato Michele Misseri. La figlia Valentina: “Colpevoli, perchè grasse”

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Giuseppe Timpone

Clamoroso ancora una volta quanto accaduto ieri, intorno al caso della piccola Sarah Scazzi, uccisa il pomeriggio del 26 agosto scorso ad Avetrana, in provincia di Taranto. Lo zio della vittima, Michele Misseri, è stato scarcerato su ordinanza del gip di Taranto, Martino Rosati, il quale ha disposto che l’uomo uscisse dal penitenziario in cui è rinchiuso da sette mesi, dopo avere constatato che si sarebbero attenuate le accuse nei suoi confronti. In sostanza, Michele Misseri non è più accusato di omicidio, quanto di soppressione di cadavere, poichè dalla Procura si fa sapere che le prove raccolte in questi giorni, che hanno portato all’arresto della moglie Cosima Serrano, spingono a ritenere che l’uomo non fosse nemmeno in casa al momento dell’omicidio e che sarebbe stato coinvolto solo successivamente, per occultare il corpo di Sarah. L’omicidio, invece, sarebbe stato commesso da Sabrina e Cosima, forse strangolata dalla giovane, con la complicità della madre.

E, paradossalmente, il difensore di Sabrina parla di posizione alleggerita della sua cliente, dopo l’arresto della madre, in quanto la ragazza passa dall’accusa di omicidio premeditato a concorso in omicidio. Nella sostanza, ciò significa che il ruolo di Sabrina resta gravissimo nella faccenda, ma quello della madre non sarebbe da meno, facendo un po’ ripartire le responsabilità tra le due donne.

Il clamore suscitato dalla scarcerazione di Michele Misseri ieri ci dovrebbe indurre a una maggiore cautela nel trattare un simile caso. L’uomo è passato dall’essere definito un mostro all’essere considerato una vittima, all’essere ancora visto come un uomo furbo e non veritiero. E oggi non si sa.

Piuttosto, bisognerebbe interrogarsi sul ruolo dei media in questa faccenda, in cui il ruolo dei vari protagonisti è stato assegnato da tv e giornali sulla base della simpatia o antipatia che ciascuno di loro suscitava o persino delle caratteristiche fisiche delle donne.

Ieri, la figlia Valentina, precipitatasi da Roma, per vedere la madre in carcere, ha sbottato davanti ai giornalisti, sostenendo che le donne di casa Misseri sono sempre state mal viste dalla stampa, perchè grasse.

Noi non sappiamo ancora se Cosima o Sabrina siano innocenti o colpevoli, così come non conosciamo il ruolo di Michele. Quello che possiamo certamente dire è che la scarsa avvenenza fisica delle donne è stata spessissimo sottolineata quasi a volere evidenziare una loro colpa in ciò. Così come l’origine contadina della famiglia è stata rimarcata, quasi a sottendere qualcosa di losco nel loro modo di vivere. Se saranno ritenute colpevoli le due donne, è giusto che paghino. Ma se l’indice di colpevolezza dipendesse, per i media, dalla forma fisica o dal loro lavoro o ancora dal loro modo di vestire, allora tutto questo sarebbe ingiusto e inaccettabile.

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Giuseppe Timpone