Esso prevede daoggi diversi obblighi: la trasmissione dei “messaggi autogestiti” sulle prime tre reti, a rotazione, utilizzando la fascia oraria di maggior ascolto (dalle 18,30 alle 22,30); la trasmissione delle tribune elettorali sempre sulle tre reti, a rotazione almeno su una al giorno, sempre nella succitata fascia oraria; la garanzia della presenza degli argomenti oggetto dei referendum sia nei TG che nelle trasmissioni di approfondimento delle tre reti.
L’Autorità ha esteso in forma di “invito” il suo richiamo ad assicurare l’informazione sui referendum anche alle tv private a copertura nazionale, mentre per quanto riguarda le emittenti locali ha sollecitato i Comitati regionali delle comunicazioni (Corecom) a completare entro lunedì tutte le operazioni necessarie per la diffusione dei messaggi autogestiti. L’Agcom effettuerà quindi il “monitoraggio della programmazione” per giudicare se nei prossimi giorni la situazione si sarà “normalizzata” a seguito delle sue direttive e martedì prossimo riunirà la Commissione servizi e prodotti, pronta in caso contrario a multare ancora una volta il servizio pubblico.
Ermete Realacci, responsabile nazionale Green economy del Pd, sull’esposto presentato all’Agcom
La Commissione era balzata agli onori della cronaca con la sua decisione di multare Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto per la raffica di interviste a Silvio Berlusconi, venerdì 20 maggio. Anche per Adriano Celentano ad AnnoZero (espressosi sul sostegno a Giuliano Pisapia nelle amministrative di Milano) l’Authority aveva ravvisato la violazione del “divieto di manifestare le proprie intenzioni di voto” previsto dalla legge sulla par condicio, durante la puntata del 26 maggio.