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De Magistris tra immunità, rinvio a giudizio e doppio incarico, ecco il volto nuovo

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Giuseppe Timpone

Ha vinto con quasi i due terzi dei voti a Napoli e oggi è il nuovo sindaco partenopeo. Molti lo considerano uno dei personaggi più populisti e demagoghi della Seconda Repubblica, che ha fatto carriera politica a colpi di processi dal potente risalto mediatico e intercettazioni (molte delle quali pendono davanti al Csm, per dubbi di legittimità) ai danni di politici noti a livello nazionale; si è visto riconoscere un voto plebiscitario nella città di Napoli, che certamente gli varrà il riconoscimento di essersi presentato come l’uomo del cambiamento. Peccato che forse si potrebbe trattare di una pura simulazione, perchè il suo modo di fare politica rischia di non risultare molto diverso dagli altri, a leggere i fatti solo degli ultimi tempi. A qualche giorno dalle elezioni amministrative, infatti, il Parlamento di Strasburgo ha concesso a Luigi De Magistris il diritto di avvalersi dell’immunità parlamentare per il caso che lo vede a processo, chiamato a rispondere dei suoi atti dall’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella (uno degli indagati dal neo-sindaco).

Il probo De Magistris, che delle invettive contro la casta politica ne ha fatto un cavallo di battaglia, ha dunque deciso di avvalersi dell’immunità parlamentare, non rispondendo alle accuse addebitategli, in un normale processo, come i comuni cittadini. Roba, a parti inverse, che se fosse capitata a un altro esponente politico, specie di centro-destra, avrebbe fatto saltare dalla sedia il popolo viola, sempre pronto a difendere le ragioni della legalità e della giustizia.

Non solo: al sette luglio è slittata la decisione del gup di rinviare a giudizio Luigi De Magistris e il consulente informatico Gioacchino Genchi, per il caso che li vede protagonisti di una serie di presunte acquisizioni illecite di tabulati telefonici di noti esponenti politici, tra cui l’ex premier Romano Prodi, Clemente Mastella, Beppe Pisanu, Francesco Rutelli, Marco Minniti.

Insomma, se De Magistris dovesse essere rinviato a giudizio, cosa farà il neo-sindaco giustizialista, secondo cui qualsiasi indagato dovrebbe dimettersi dalle cariche pubbliche ricoperte? Lascerà, come chiede agli altri?

E un’ultima domanda ci sorge molto spontanea e che vorremmo porre all’esponente del partito di Di Pietro, contriarissimo (a chiacchiere) ai doppi incarichi: si dimetterà da parlamentare europeo o vorrà tenere il doppio incarico, cumulando con la carica di sindaco? Sono tutte domande a cui molti italiani, anche napoletani, vorrebbero una risposta.

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Giuseppe Timpone