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Categorie: News

Calcioscommesse, Paoloni: “Per me è finito un incubo”

Published by
Bruno De Santis

Il carcere come salvezza, le sbarre come la fine di un incubo: Marco Paoloni, l’ex portiere della Cremonese (ora al Benevento) accusato di essere implicato nel nuovo scandalo che sta investendo il mondo del calcio, sembra quasi non vedesse l’ora di essere scoperto. Per mettere fine a mesi di sofferenza e minacce, per poter tornare  a guardare negli occhi la moglie Michela, per poter togliersi da dosso il macigno del demone delle scommesse che lo stava distruggendo. Lui, che era arrivato a drogare i suoi compagni di squadra e a mentire alla donna amata, ora si sente liberato e si sfoga nella sala colloqui del carcere di Cremona, davanti al consigliere regionale Agostino Alloni. “Erano sette mesi – dice – che non riuscivo a dormire, che la notte mi svegliavo per gli incubi, perché pensavo a tutte le porcate che ho fatto e mi domandavo perché ero arrivato a tanto: ora qui dentro, sembrerà strano, ma sono riuscito a riposarmi”.

Si è liberato di un peso ma non può perdonarsi perché sta facendo soffrire la sua Michela e la loro piccola di tre anni: “Penso a loro e a quanto stanno male in questo momento, sono l’unica preoccupazione che ho”. E forse proprio per loro che deciderà di parlare e di raccontare la sua verità, anche se una decisione al riguardo ancora non c’è stata: venerdì dovrebbe essere riascoltato dal pm Roberto Di Martino dopo che nel primo interrogatorio ha preferito non rispondere alle domande degli inquirenti.

Ha tanto da spiegare Paoloni, che i suoi legali dipingono come un ragazzo troppo buono, un ingenuo che dà troppo credito agli altri e che paga il suo vizio di dover sfidare la sorte ad ogni costo, giocando su tutto: dal gratta e vinci alle scommesse. Proprio quel vizio che lo ha fatto diventare da miglior portiere della Lega Pro (per due anni consecutivi) a un numero uno da paperissima, con errori incredibili commessi in sequenza per condizionare le partite.

Quel vizio che gli ha impedito di avere un futuro nel mondo del calcio e soprattutto lo ha portato a far soffrire le sue due donne. Il demone del gioco lo ha portato a “fare delle porcate” ma ora ha la possibilità di liberarsene: per lui, per la sua Michela e per la piccola Giulia che tra qualche giorno dovrà festeggiare i suoi tre anni senza il padre.

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Bruno De Santis