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Categorie: News

Israele spara sulla folla, 14 morti ai confini con la Siria

Published by
Bruno De Santis

Giornata di guerra sulle alture del Golan, giornata di sangue al confine tra Israele e Siria: quattordici morti e oltre 200 feriti il bilancio degli scontri che si sono verificati tra l’esercito israeliano e i manifestanti pro-palestinesi nel quarantaquattresimo anniversario del giorno del Naksa, cioè della battaglia che gli arabi persero nel corso della guerra dei sei giorni. A riferire il bilancio degli scontri è la televisione siriana. Centinaia di manifestanti si erano radunati da stamattina lungo la linea di confine tra Siria e Israle, lungo le alture del Golan occupate dallo stato ebraico nel corso della guerra dei sei giorni e annesse unilateralmente. I militari israeliani che erano di guardia al check-point al confine siriano hanno iniziato a sparare contro i manifestanti che cercavano di avvicinarsi alla recinzione che percorre la linea del cessate il fuoco del 1967. I militari israeliani intimavano ai dimostranti di non avvicinarsi, urlando con i megafoni “Chiunque cercherà di attraversare i confini sarà ucciso”.

La scena a cui si assistito è simile a quella che è avvenuta lo scorso 15 maggio, nel 63esimo anniversario della nascita dello stato ebraico, che i palestinesi definiscono  Naqba, ovvero il giorno della catastrofe: allora come oggi i manifestanti pro-palestinesi erano stati istruiti per fare pressione sui posti di blocco israeliani eretti alle frontiere e i militari israeliani hanno reagito sparando sulla folla. Lo scorso mese le vittime furono 15 e la reazione delle forze di sicurezza israeliane furono molto criticate.

E proprio in previsione delle possibili pressioni da parte dei manifestanti sui confini israeliani e delle manifestazioni organizzate da diverse organizzazioni radicali che si sono tenute in diverse città della Palestina (Ramallah, Betlemme e Tulqarem), nello stato ebraico le forze di sicurezza sono state invitate alla massima allerta e hanno ricevuto l’ordine di sparare verso chiunque provi a penetrare in maniera non autorizzata sul territorio israeliano, anche se devono mirare a parti non vitali in modo da evitare la perdita di vite umane.

Lo stato di allerta dei militari era stato confermato da un portavoce delle forze di sicurezza israeliane secondo cui “L’esercito è pronto ad affrontare tutto quello che può succedere”.

 

 

 

 

 

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Bruno De Santis