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Settimana da incubo alle Poste, sistema informatico in tilt

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Giuseppe Di Spirito

E’ tutto cominciato il primo di giugno, a cavallo del ponte del week-end ed in concomitanza con i ritiri delle pensioni, un misterioso disservizio che immediatamente aveva causato lunghissime code, proteste e costretto gli  impiegati ad abbassare le saracinesche degli uffici postali, anche per timore che scoppiasse qualche zuffa. Inizialmente dalla dirigenza di Poste Italiane avevano minimizzato, sperando forse in una rapida risoluzione, ma è passata ormai una settimana e quasi in tutta Italia, a macchia di leopardo, è impossibile il pagamento dei bollettini, il versamento delle pensioni, le raccomandate, un pò tutto. Il sistema informatico continua ad andare avanti a singhiozzo e gli sportelli non sono in grado di soddisfare la mole di lavoro richiesta dall’utenza che giunge senza sosta nelle filiali.

Secondo il quotidiano “Il Sole 24 Ore” la causa di tutto sarebbe stata un aggiornamento del database fornito da Ibm, in teoria un miglioramento apportato direttamente nel software installato nel server principale che coordina “a cascata” i ben 60 mila sportelli degli uffici e, come ogni esperto informatico può confermare, la spiegazione appare assai credibile nonchè probabile. In queste ore sarebbe quindi al lavoro una task-force di super-tecnici arrivata addirittura dal Canada per “metterci una pezza”, anzi una patch.

Gli sfoghi dei clienti per i disservizi si sono riversati anche sulla rete, su Twitter in particolare (utilizzato magari dal palmare mentre si fa la coda) dove molti hanno cercato di sdrammatizzare la situazione ed ingannare il tempo con battutacce ed ironia. Non sono mancati episodi di segno opposto, dettati dall’esasperazione: il giornale “La Repubblica” ci racconta la storia del signor Nino, anziano disabile che ora rischia una denuncia per procurato allarme. Cosa ha fatto? Dopo ore di attesa ha chiamato la polizia per denunciare prima l’interruzione di pubblico servizio e poi non avendo avuto ascolto ha ritelefonato e gridato al 113 “C’è una rapina in corso alle Poste!“…e questa volta purtroppo per lui la polizia è arrivata ed è successo di tutto.

Sul sito web e sulla pagina Facebook dell’azienda è apparso comunque in mattinata un messaggio di scuse, in cui si spiega che l’attività è “vicina alla completa ripresa” e che comunque “Sono stati garantiti i servizi a tutti i clienti in attesa, garantendo così oltre  6 milioni di transazioni; sono state pagate più di 250 mila pensioni e sono state eseguite oltre 1,5 milioni di operazioni di pagamento di bollettini.

Ma le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra ed hanno già ottenuto un “tavolo di conciliazione” e per bocca di Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef richiedono “una proroga delle scadenze e dei termini per i pagamenti in scadenza in questi giorni, come l’Ici sulla seconda casa, finanziarie, assicurazioni, multe, bandi pubblici” e ricordano ai cittadini di “conservare prova dei disagi avuti, in modo da poter meglio quantificare il danno procurato dal disservizio”.

Durissimo era stato anche il commento del commissario Agcom, Gianluigi Magri, che aveva definito gli episodi come “incredibili” che “minano la capacita’ di garantire un pubblico servizio” anche se oggi preferisce dedicarsi al ringraziamento dei dipendenti di Poste Italiane per “il lavoro straordinario che stanno portando avanti” ed esprimere apprezzamento per “il comportamento collaborativo dei sindacati e delle associazioni dei consumatori, che hanno mostrato atteggiamenti costruttivi volti alla soluzione dei problemi”.
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Giuseppe Di Spirito