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Per Maroni lo “sberlone” del referendum fa rinsavire

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Andrea Luigi Gaetani

Molti giornalisti hanno posto la stessa domanda in queste ore al ministro dell’interno Roberto Maroni, dopo che il risultato del referendum è andato tutto contro il centro-destra: “Il risultato del referendum bloccherà il corso delle riforme?”. Maroni, ha soavemente replicato:«Mio nonna diceva che uno sberlone fa male ma a volte ti fa rinsavire, prendere coscienza e aprire gli occhi». Il ministro ha poi aggiunto: «Soprattutto, come diceva ieri Calderoli, non vogliamo, dopo due sberle, che si realizzi il proverbio: non c’è due senza tre». Maroni ha dichiarato tutto ciò da Varese, proprio nel giorno dopo la sberla presa del governo, che pare non abbia fatto effetto sul ministro dell’Interno, come al solito molto reattivo. Il ministro ha infine aggiunto che «un Governo politico deve avere il coraggio di fare scelte popolari o impopolari, ma scelte che vanno nelle direzione giusta. Confermo la mia convinzione che questo sia il modo migliore per uscire da questa situazione difficile per noi».

Intanto il governo dovrà passare numerosi e difficili esami nei prossimi giorni: oltre alle verifiche del 21 e 22 Giugno, la prima al Senato e la seconda alla Camera, ci sarà domenica prossima il raduno della Lega a Pontida, nel quale si renderanno note le condizioni imposte dalla Lega all’attuale governo per poter continuare la magistratura. Berlusconi ha perlopiù minimizzato riguardo al risultato del referendum, prendendo atto di quelle che sono le preferenze degli italiani. Ovviamente tende ad eludere il vero centro del problema per il Pdl, che non sta tanto nel peso che avranno le scelte operate dai cittadini tramite il voto, bensì è costituito dal peso politico che ha avuto questo referendum, un peso gravoso e negativo per tutta la maggioranza. La Lega chiarirà presto la sua posizione, anche se pure il ministro Calderoli ha dichiarato, in seguito al voto popolare: «Siamo stufi di prendere sberle».

Le reazioni avute all’interno del partito del Cavaliere sono molto diverse: Formigoni ha dichiarato che quello del referendum è stato un “risultato politico” e perciò il governo ha il dovere di modificare le sue strategie, adeguandole al volere dei cittadini; Alemanno ha ammonito di «non minimizzare il risultato dei referendum»; Claudio Scajola, ex ministro dello Sviluppo Economico, ha espresso anche lui la sua opinione a riguardo: «E’ evidente che in un periodo di crisi economica internazionale ognuno ha subito i suoi contraccolpi, come e’ successo ad altri governi europei. Credo che si debba lavorare in tempi celeri e intensamente, al di là delle persone, per rimettere insieme il popolo dei moderati». Insomma, per Berlusconi e per il Pdl si prospettano tempi molto duri.

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Andrea Luigi Gaetani