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Maroni-Magistratura: è scontro sui clandestini

Published by
Bruno De Santis

Non è solo Berlusconi che va allo scontro con la magistratura: se il raduno di Pontida ha segnato un punto di unione tra il Presidente del consiglio e la Lega, questo è sicuramente da rintracciare nella polemica con i giudici. Il via lo ha dato Bossi, con il botta e risposta con Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, sulla scuola di Monza che dovrà formare i magistrati del futuro. La scuola della Lombardia, come l’ha definita il leader leghista, dovrà essere riservata alla formazione dei pm del nord perchè dichiara Bossi: “sono più sicuro, se vado a farmi giudicare da un magistrato che parla il mio dialetto“. L’auspicio leghista fa andare su tutte le furie Vietti, che si dice sconcertato per le parole del ministro e ribatte: “Sarà la scuola della magistratura italiana, per tutti i magistrati italiani di qualunque provenienza geografica e avranno tutte una direzione e una impostazione unitaria”.

Ma uno scontro ancora più duro c’è stato tra il responsabile del Viminale Roberto Maroni e i vertici dell’associazione Nazionale Magistrati. Dal palco di Pontida, il ministro, parlando di un tema tanto caro alla base leghista come quello della lotta ai clandestini, ha arringato la folla scaricando sui giudici gran parte di colpa per l’arrivo in Italia dei profughi dal nord Africa: “Abbiamo fatto un decreto per poter espellere i clandestini come facevamo prima. Abbiamo proposto di poter espellere anche clandestini comunitari che non sono in regola. Potevamo fare di più ma abbiamo contro tutta la magistratura che è a favore dei clandestini“.

Un attacco in piena regola quello di Maroni che serve a far riscaldare i sostenitori del Carroccio ma che provoca la reazione dura e seccata di Luca Palamara, presidente dell’Anm, secondo cui “la magistratura non è contro nessuno. Applica la legge, senza distinzioni, nei confronti di tutti, anche dei clandestini“. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche il segretario dell’Anm, Giuseppe Cascini che parla di “cattiva propaganda” e rilancia: “Tutti sanno che la legislazione italiana in materia di immigrazione è stata dichiarata in contrasto con i principi europei dalla Corte di giustizia di Strasburgo e dunque non è certo colpa della magistratura italiana se loro non sanno fare le leggi”. Da Pontida quindi la Lega va allo scontro e a sorpresa il bersaglio non è Berlusconi ma la magistratura: una linea che troverà d’accordo il Presidente del Consiglio, che potrà ricambiare accettando qualche richiesta leghista.

 

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Bruno De Santis