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Ministeri al nord, il Pd prova a spaccare la maggioranza

Published by
Bruno De Santis

Chi da Pontida si aspettava una netta presa di distanza della Lega dal governo Berlusconi è sicuramente rimasto deluso, ma i partiti dell’opposizione non pensavano certo che dal raduno leghista arrivasse una rottura definitiva nella maggioranza. Quel che è certo, però, è che non è arrivato neanche un armistizio, semmai una tregua armata, con la riforma fiscale e il trasferimento del ministeri al nord che potrebbero fungere da detonatore e far scoppiare definitivamente l’alleanza Pdl-Lega. Lo sa bene il Pd che, infatti, sta pensando di forzare la mano proprio sulle polemiche scoppiate dopo la richiesta fatta da Bossi di spostare quattro ministeri al nord, che ha trovato la netta contrapposizione di alcuni esponenti del partito di Berlusconi, con Alemanno e la Polverini in prima fila. Bersani e Franceschini stanno pensando di portare la questione all’interno del Parlamento con la messa ai voti di un documento con cui si chiede di respingere la richiesta della Lega di trasferire i ministeri. Un passo che potrebbe costringere i deputati Pdl contrari alla richiesta di Bossi ad uscire allo scoperto provocando così una rottura all’interno della coalizione di governo.

E se il blitz non dovesse riuscire poco male, perchè all’interno del Pd sono convinti che il governo non durerà ancora a lungo e che in autunno ci possa essere la rottura definitiva. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini secondo cui “Bossi non ha risposto all’invito del leghisti di staccare la spina a Berlusconi” perché oggi per lui “cambiare strada sarebbe troppo difficile”. Antonio Di Pietro invece è convinto che “gli elettori leghisti  sono delusi da Berlusconi e cominciano a dubitare dei loro stessi capi”; è quindi arrivato il momento secondo il leader dell’Italia dei Valori, che il centrosinistra provi a inserirsi nel rapporto consumato tra la Lega e i suoi sostenitori prestando attenzione alle loro istanze.

L’opposizione mostra quindi di credere ancora possibile la rottura all’interno della maggioranza e non crede alle rassicurazioni che arrivano da Berlusconi convinto che il governo andrà avanti visto che l’alleanza “non ha alternative e che c’è la volontà di proseguire la legislatura operando scelte su cui c’è accordo consolidato”.

 

 

 

 

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Bruno De Santis