Andando a snocciolare le cifre, ci accorgiamo che il pil medio atteso per il 2011 è del +2,8%, contro una media precedente del +3,2%. Per il 2012, il rallentamento sarebbe confermato pure, con una crescita attesa del 3,5%, contro una stima precedente del +3,8-3,9%.
Quanto all’indice dei prezzi, per quest’anno esso si dovrebbe attestare mediamente su un +1,6-1,7%, contro una precedente previsione del +1,5% medio. Per il 2012, il tasso di inflazione si attesterebbe all’1,7% medio, contro un +1,5% previsto prima. Tuttavia, tutti i valori sono soggetti a forti oscillazioni, per cui bisognerà verificare in quale parte della banda essi si collocheranno.
Rivista all’insù anche la disoccupazione, che quest’anno dovrebbe attestarsi mediamente all’8,7%, contro l’8,5% della stima precedente. Amche nel 2012, il tasso di disoccupazione dovrebbe confermarsi più alto del previsto, all’8%, contro il 7,7-7,8%.
A conferma della lentezza con cui l’economia americana sta facendo i conti negli ultimi mesi, la Fed ha anche annunciato che i tassi rimarranno agli attuali livelli (compresi tra lo zero e lo 0,25%), per “un periodo prolungato di tempo”, che secondo gli analisti significa per almeno un paio di altre riunioni del board della Fed, quindi, almeno fino ad agosto.
Non sono previsti, invece, prolungamenti della politica di QE2, ossia il “quantitative easing”, che ha consistito nell’acquisto da parte della Fed di 600 miliardi di dollari in bond, al fine di accrescere la liquidità nel sistema, sostenendo la crescita.