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Categorie: News

Tangenti a Parma, la rabbia della folla

Published by
Bruno De Santis

Quasi venti anni dopo: tangentopoli è ormai alle spalle ma la scena in cui si è assistito ieri a Parma fa tornare alla mente la reazione dei cittadini alle indagini del pool di Mani pulite. Era il 30 aprile del 1993 quando una folla inferocita attese l’uscita di Bettino Craxi fuori all’Hotel Raphael per sfogare la propria rabbia con slogan e lancio di monetine. La scena si è ripetuta ieri a Parma quando dopo la notizia di 11 arresti per tangenti, un gruppo di cittadini si è radunato fuori alla sede del Consiglio Comunale tra grida, cariche della polizia e lancio di monetine.

L’inchiesta Green Money che ha fatto scatenare la rabbia della gente è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Parma, sotto la direzione del pubblico ministero Paola Dal Monte e vede coinvolto tra gli altri il capo della polizia municipale, Giovanni Maria Jacobazzi, e due stretti collaboratori del sindaco Pietro Vignali (Pdl) come Emanuele Moruzzi, settore ambiente del Comune di Parma, e Carlo Iacovini, dirigente comunale nel settore del marketing e della comunicazione ed ex capo dello staff del primo cittadino. In totale gli arrestati sono 11 e le ipotesi di reato riguardano concussione e peculato. Gli inquirenti hanno scoperto un sistema di tangenti molto complesso che faceva di Enia, multiutility partecipata da vari Comuni poi confluita in Iren, “una mucca da mungere”. Nell’inchiesta sono coinvolti oltre ai dirigenti comunali e al capo dei vigili anche Mauro Bertoli, direttore generale dell’Iren, Ernesto Balisciano, presidente di Engioi e diversi imprenditori locali. Tangenti, fatture gonfiate in cambio di favori ai dirigenti comunali: questo è solo una parte di quello che è venuto alla luce nell’indagine condotta dalla fiamme gialle.

Un’indagine che ha fatto scattare la rabbia della gente che ora chiede le dimissioni del sindaco; Vignali però non ha alcuna intenzione di cedere che afferma che i fatti che stanno emergendo “molto seri e preoccupanti, sono strettamente personali”. Non la pensa così il Partito Democratico che ha chiestoal primo cittadino di lasciare l’incarico perché chi governa è “responsabile non solo delle proprie azioni ma anche di quelle di coloro cui delega compiti importanti” per la città.

 

 

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Bruno De Santis