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Categorie: News

Tav, Maroni: “I lavori partiranno entro il 30”

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Bruno De Santis

Il 30 giugno si avvicina e i giorni a disposizione per far partire i lavori della Tav Torino-Lione si assottigliano sempre di più. Se entro fine mese il cantiere per la linea ferroviaria ad alta velocità non vedrà la luce andranno persi i finanziamenti stanziati dalla comunità europea. Lo sanno bene gli attivisti del No-Tav che continuano il presidio nella Val di Susa presso l’area della Maddalena e chiamano a raccolta tutti i militanti del movimento per la manifestazione che si partirà in serata dalla stazione ferroviaria di Chimonte. Chiamano tutti coloro che si oppongono alla Tav a salire al presidio perchè sanno che da un momento all’altro potrebbe esserci il blitz delle forze dell’ordine per sgomberare l’area. Risponde presente il leader della Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero che parteciperà alla manifestazione e poi si fermerà al presidio della Maddalena e giudica “completamente irresponsabile” il proposito di “Maroni di risolvere attraverso una manovra militare quello che è un problema politico che vede la contrarietà della maggioranza della popolazione interessata”.

Non la pensa allo stesso modo il ministro degli Interni che anzi conferma la partenza dei lavori: ” Il cantiere si deve aprire entro il 30 giugno e sarà aperto altrimenti diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue, ma soprattutto diciamo addio al futuro – dichiara il responsabile del Viminale in un’intervista alla Padania -. Chi si oppone ai lavori non riuscirà a fermare il cantiere, sarebbe un danno inferto all’economia della Regione e soprattutto alle generazioni future”. Maroni respinge anche le critiche di chi crede che la Tav possa avere un impatto negativo sull’ambiente: “Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, abbiamo aperto un osservatorio e fatto tutte le valutazioni del caso: chi si oppone dice un no pregiudiziale che non può essere accettato”.

Dello stesso avvisi anche un altro rappresentate della Lega, il vice ministro Castelli secondo cui se non si farà la Tav, l’Italia “sarà tagliata fuori dai grandi traffici internazionali. Senza contare le perdite in prospettiva sul fronte dell’occupazione, pari a centinaia di migliaia di posti di lavoro visto che per ogni miliardo speso si generanno 20 mila posti di lavoro”.

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Bruno De Santis