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USA primarie, parte la corsa di Michele Bachmann

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Giuseppe Timpone

E’ iniziato il countdown per il Partito Repubblicano, che nei prossimi mesi sarà impegnato a scegliere il candidato rivale all’attuale presidente Barack Obama, con elezioni primarie, la cui campagna elettorale ha già preso il via, vedendo al momento scendere in campo ben otto candidati. E pensare che tra questi mancherebbero all’appello due grandi big del Grand Old Party, del calibro di un Rudolph Giuliani e Sarah Palin. Non hanno ancora sciolto la riserva questi ultimi, anche se le probabilità di scendere in campo per l’ex candidata alla vice-presidenza contro Obama nel 2008 sembrano diminuire nelle ultime settimane, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Michele Bachmann, che vorrebbe rappresentare proprio quel mondo dei Tea Party messo su dalla Palin lo scorso anno, per rivitalizzare il GOP in vista delle elezioni di mid-term di novembre. La Bachmann, 55 anni, nata a Waterloo nello stato della Iowa, inizierà proprio qui le primarie, dando il via alla sua corsa per la Casa Bianca.

Appellandosi agli elettori repubblicani, ma anche democratici, la Bachmann ha rispolverato tutti i temi cari all’elettorato conservatore americano, ricordando come al centro della politica non ci debba stare Washington, bensì il cittadino e rimproverando ad Obama e al suo partito di avere espanso i limiti dello stato, rubando pezzi di libertà ai cittadini. Cita il costituzionalista dell’Ottocento Daniel Webster, che fece allora battaglie in difesa delle libertà costituzionali contro l’invadenza dello stato nella sfera privata del cittadino.

Insomma, Michele Bachmann aspira a farsi portavoce della destra conservatrice, ma senza perdere di vista l’elettorato nel suo complesso, il solo che potrebbe portarla alla Casa Bianca nel novembre del 2012.

Si appella alle famiglie americane, che sono state tradite da Obama per tre motivi essenziali, afferma: il debito pubblico aumenta, acquistare una casa è sempre più difficile e il prezzo della benzina è alle stelle.

“Obama ha tradito il sogno americano, allontanandolo dalle famiglie”, rincara la dose Bachmann, che tocca così le corde dell’elettorato medio USA, che alle prossime elezioni potrebbe fare la differenza. E le nozze gay legalizzate nello stato di New York, due giorni fa, potrebbero essere un boomerang per un Obama che dovrà spiegare di certo la sua posizione al riguardo, in campagna elettorale, rischiando di perdere il consenso di cattolici, afro-americani e ispanici, che lo hanno portato alla Casa Bianca due anni e mezzo fa, ma tra i quali sono diffusi i valori conservatori e l’attaccamento al modello tradizionale di famiglia.

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Giuseppe Timpone