Ma lo stesso Nichi Vendola, che a Roma mira a rappresentare le istanze delle fasce più deboli della popolazione, a Bari, dove fa il governatore della Regione Puglia da sei anni, usa un linguaggio è del tutto diverso. E così, si scopre ieri che il governatore di Sel non ha acconsentito alla riduzione della tariffa sulla bolletta dell’acqua, in quanto considera essenziale che rimanga la percentuale del 7% di ricarico, in favore della remunerazione per i gestori privati, sostenendo che sarebbe demagogico se si togliesse al privato la possibilità di avere un profitto minimo e parlando di “ragioni di efficienza” e di equilibrio dei conti di Acquedotto Pugliese.
E l’equilibrio dei conti sta a cuore a Nichi Vendola, che solo tre settimane fa ha varato una misura che inasprisce le aliquote Irpef su tutti i redditi, anche i più bassi, determinando un aggravio dell’aliquota che equivale a un salasso. E come non parlare dell‘aumento di 3 centesimi dell’accise sulla benzina, fortemente voluto da Vendola.
Adesso la sua giunta è stata battuta da un emendamento PDL-Fli, che va contro la proposta del governatore di introdurre il ticket sanitario fisso anche su disoccupati e cassintegrati. Queste ultime fasce saranno così escluse, dopo l’approvazione dell’emendamento.