Il vino è una bevanda molto diffusa nel nostro Paese essendo parte integrante della tradizione italiana: la “cultura del vino” è stata trasmessa di generazione in generazione con passione, dalla vendemmia sino al prodotto imbottigliato.
Cosa ha in comune il vino con il tè?
Paragonare il vino al tè è come avvicinare due culture che hanno una stessa passione.
Il tè, come il vino, è il prodotto di una raccolta dipendente dalle stagioni, dal clima e dal territorio, e risultato di un delicato processo di lavorazione che richiede del tempo. Risveglia i sensi, li acutizza, favorisce un apprendimento dall’esperienza. In Oriente, come in Occidente con il vino, la “cultura del tè” è stata trasmessa di generazione in generazionecon passione, dal raccolto fino al prodotto finito.
L’origine del tè risale proprio alla Cina nel VI secolo d.C. Nel XIII secolo arrivò in Giappone, dopo una cinesizzazione di questa terra, e intorno al 1500 in altri Paesi asiatici.
Gli olandesi e i portoghesi portarono le foglie di tè in Occidente nel 1600: nell’Ottocento la diffusione del tè era tale che gli inglesi e gli olandesi cominciarono a coltivarlo nelle proprie colonie in India, a Ceylon (Sri Lanka) e in Indonesia. Si espansero poi nella Russia e nel Novecento in alcune aree dell’Africa.
Questa notevole espansione ha diversificato molto il prodotto, creando, per le differenze di clima e di terreno, infiniti tipi di tè, a cui si aggiunsero moltissimi tipi di aromatizzazioni.
Così come ci sono stati diversi miti che hanno attribuito un’origine sacra al vino, così antiche leggende hanno reso il tè in Oriente una bevanda divina.
Forse, è arrivato il momento di provarlo.