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Categorie: News

Il Senato approva la Manovra, Tremonti: “Sono orgoglioso”

Published by
Bruno De Santis

“Qui siamo come sul Titanic: se affondiamo, affondano anche i passeggeri di prima classe”: queste le parole del ministro dell’Economia Giulio Tremonti prima che il Senato approvasse la Manovra. La fiducia al testo è passata con 161 sì, i no 135 e 3 gli astenuti: ora il provvedimento arriverà alla Camera dei Deputati dove entro domani dovrebbe avere il via libera definitivo. Tremonti nel presentare il decreto ha parlato di una manovra che “vuole il bene del paese” e della necessità di una soluzione “politica e non finanziaria; e la politica può permettersi più di fare errori”. Secondo il responsabile del dicastero di Via XX settembre si è arrivati “al dilemma o dramma dell’euro: o si va avanti o si va a fondo” e qui ha aggiunto: “è come il Titanic: i passeggeri di prima classe non si salvano”.

SVILUPPO – Tremonti ha difeso la manovra dell’esecutivo parlando di un provvedimento che non è solo “finanza pubblica” ma anche un volano per lo sviluppo con “16 nuove azioni per la crescita: dal credito d’imposta per la ricerca alla detassazione per i nuovi contratti di produttività, dalle imprese per i giovani al credito d’imposta per il sud, dal processo civile al turismo, dalle zone a burocrazia zero alle reti d’impresa, dalle opere pubbliche alle ristrutturazioni private dalle privatizzazioni alle liberalizzazioni”. Il ministro ha anche lanciato un messaggio di ringraziamento alle opposizioni che hanno permesso un approvazione rapida: “Il paese ci guarda: siamo diversi certo ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere qui con tutti voi”.

PAREGGIO IN COSTITUZIONE – In uno dei passaggi del suo discorso Tremonti ha affermato la necessità di “introdurre nella Costituzione la regola d’oro del pareggio di bilancio” che è secondo il ministro “un vincolo assoluto”; “Il bilancio pubblico lo si fa tutto per legge – ha dichiarato il ministro – , il pil no. Servono decreti come questi e come altri. Non nego che si può fare di più, sentiremo tutti ma non si può dire, perché non è corretto, che non abbiamo fatto molto per lo sviluppo. Senza la tenuta conti non ci sarebbe stato neanche il pil che c’è stato finora”.

 

 

 

 

 

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Bruno De Santis