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Calderoli al PDL, Maroni ha tradito il patto su Papa

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Giuseppe Timpone

Il “day-after” l’arresto di Alfonso Papa, del PDL, è una giornata molto tesa tra il partito del premier e il Carroccio. Se l’incontro tra Berlusconi e Bossi salta, a causa di un intervento alla cataratta, a dare qualche spiegazione è Calderoli, che stupisce gli interlocutori per la sua posizione sul caso Papa. Calderoli, infatti, prende nettamente le distanze dal comportamento del suo collega Maroni, reo di avere trascinato il Carroccio alla Camera, verso un voto del tutto contrario a quelle che erano state le indicazioni di Bossi, dopo la promessa fatta dal Senatùr al premier. Con quell’entrata in aula, aggiunge Calderoli, Bobo ha stravolto i numeri, in favore dell’arresto. Lo dimostrerebbe la realtà del Carroccio al Senato, dove, al contrario – sostiene il ministro delle riforme – non c’è stato un voto favorevole all’arresto e ci si è attenuti alle indicazioni di partito.

Verità o doppio gioco? Non sono in molti a credere alla versione di Calderoli, che fino ad oggi si è distinto per essere un fautore della linea di Maroni e della successione a Bossi. Le sue iniziative estemporanee e sconclusionate, come lo spostamento dei ministeri al Nord, non sono altro che il tentativo di rinvigorire la base, contro il moderatismo del Senatùr, reo di cedere troppo al PDL. In verità, sia Calderoli che Maroni farebbero parte di uno stesso piano per fare fuori Bossi e il famoso “cerchio magico”, ossia quei pochi eletti della cerchia del leader e della moglie, contro di cui è stata già scatenata una guerra di potere, oltre che mediatica.

Maroni vorrebbe, inoltre, capovolgere il destino del governo, pensionando Berlusconi e mettendosi a capo dell’esecutivo con Tremonti. Le velleità di Maroni e del ministro dell’economia si scontrano con i numeri e con la realtà politica. La Lega sarebbe praticamente impresentabile con la sinistra, per cui l’unica reale alternativa a un’alleanza con il PDL resterebbe l’isolamento.

Una Lega isolata potrebbe racimolare qualche voto alle elezioni tra i duri e puri, ma accompagnerebbe Maroni dritto verso un vicolo cieco, senza speranze di influire su alcunchè. Altro che premier. Il futuro di Maroni in una Lega solitaria sarebbe quello di celebrante delle ampolle in riva al Po, con tanto di pubblico. Ma solo quello.

 

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Giuseppe Timpone