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Riforme costituzionali? Prima il “processo lungo” ad personam

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Giuseppe Di Spirito

Dalle amministrative in poi la maggioranza di governo, il Pdl in particolare, sta collezionando una sconfitta dopo l’altra. L’ultima, se così si può considerare, è quella subita alla Camera con il voto favorevole all’arresto di Alfonso Papa, evento considerato ormai un “segnale d’allarme” per una possibile seconda tangentopoli che potrebbe fare una nuova pulizia sulla scena politica. Ma nonostante la picchiata nei sondaggi, una crisi dei mercati che attanaglia l’Europa e l’Italia, ed un governo che procede zoppicando tra liti quotidiane dei componenti della maggioranza, sembra che fino all’ultimo Silvio Berlusconi voglia far valere il ruolo che formalmente ancora ricopre, rilanciando la sfida sulla giustizia.

Martedì prossimo quindi sarà discusso in Senato il cosiddetto “processo lungo”, ossia una norma che nella pratica servirà anche a rallentare i dibattimenti, valida anche per procedimenti già in corso, e consequenzialmente per tutti i processi che coinvolgono il premier. La figura della “difesa” acquisirà nuovi e più poteri, come “l’imposizione” ai giudici dell’elenco dei testimoni da ascoltare, e sarà fatto divieto di usare le sentenze già definitive nei processi in corso. Ma la vera “chicca” (udite udite) sarà l’obbligo di sospendere i processi quando venga presentato un “conflitto di attribuzione”, guarda caso un aspetto che non riguarda certo i comuni cittadini.

Visti i rapporti di nuovo tesi con la Lega, rimane una incognita chi darà appoggio a questo nuovo affondo sul tema giustizia, ma all’orizzonte si prospetta anche un nuovo scontro con il Quirinale, che ultimamente ha strigliato tutte le parti in causa raccomandando però l’approvazione di “riforme condivise”. Ma Berlusconi pare non voglia sentir ragioni ed avrebbe imposto al gruppo del Pdl l’immediata discussione del “processo lungo” entro la prossima settimana, per assicurarsene l’approvazione prima delle ferie estive.

Il capogruppo Idv in commissione Giustizia (nonchè ex-sottosegretario alla giustizia del governo Prodi) il senatore Luigi Li Gotti, tuona già con comunicati stampa: “…Berlusconi paralizzerà il processo Mills presentando liste infinite di testimoni anche per dire la stessa cosa, ad esempio di non sapere nulla. Ma nessuno potra’ più impedirlo e così si avranno i processi infiniti. Un esempio: omicidio in uno stadio, diventano testimoni tutti gli spettatori anche se le circostanze sono state ricostruite con certezza (ad esempio un filmato). Lo chiamano diritto alla prova. Falso: e’ il diritto a far morire i processi rendendoli infiniti“.

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Giuseppe Di Spirito