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USA, parla Obama e Wall Street affonda (-5,49%)

Published by
Giuseppe Timpone

Nell’ultima settimana, alcuni improvvisati esperti di mercati e comunicazione ci hanno riempito la testa di chiacchiere sulla presunta scarsa credibilità del premier Berlusconi, il quale non avrebbe convinto i mercati con il suo discorso in Parlamento. Peccato che il giorno seguente alla relazione del premier sulla crisi, davanti alle Camere, Piazza Affari avesse aperto in rialzo di oltre un paio di punti percentuali, salvo ripiegare durante la seduta per effetto trascinamento delle altre borse europee e per la stessa Wall Street. Ma tanto è bastato ai corvi della sinistra mediatica del gruppo De Benedetti, spalleggiati dal resto della grande stampa nazionale, per sancire senza appello che il governo Berlusconi non fosse credibile e che ci fosse bisogno di un governo tecnico, ossia composto da uomini scelti dalle redazioni di Repubblica e Corriere della Sera. A leggere gli stessi quotidiani oggi, nei titoli di apertura manca il nesso discorso di Obama-crollo di Wall Street, che viene semmai spiegato senza enfasi negli articoli sulle borse, con espressioni del tipo: “Obama prova a rassicurare i mercati, ma non ci riesce”.

Il fenomeno della stampa progressista, infatti, non viene messo in discussione, quando, al contrario, ieri, i mercati hanno reagito bocciando in toto il discorso del presidente USA, che ha usato toni e argomentazioni non solo imbarazzanti, ma persino controproducenti.

Sono le 20.00, ora italiana, negli USA sono le ore 14.00. Obama si rivolge alla Nazione e parla risentito del declassamento del rating, sostenendo che l’America sia ancora un Paese da tripla A. Poi, cita Warren Buffett, grande finanziere di Wall Street, il quale avrebbe affermato che gli USA meriterebbero una quarta A. Insomma, un discorso modesto, che non affronta alla radice il problema dell’indebitamento. Gioca sulla difensiva il presidente, il quale spiega agli americani che la causa della perdita della tripla A è da ricollegarsi alle lungaggini della trattativa sull’innalzamento del tetto sul debito. Sarebbe solo un problema di “credibilità dell’azione politica, non del fatto che l’America sia in grado di restituire il debito”.

Mentre parla, l’indice Dow Jones, che già viaggiava in perdita di oltre il 2%, intensifica il rosso e sprofonda a -5,49%, perdendo in pochi minuti circa 500 punti e facendo scendere Wall Street sotto gli 11.000 punti. Il discorso di Obama è stato sonoramente bocciato, considerato poco salvifico della situazione. Un dramma? No, affatto. Ma così come Wall Street non sceglie l’inquilino alla Casa Bianca, ci mancherebbe che lo facesse Piazza Affari con Palazzo Chigi.

 

 

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Giuseppe Timpone