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Cisl e Uil fanno un passo indietro: accordo con la Cgil per rendere innocua la norma di Sacconi?

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Giancarlo Sali

Forse ci siamo, l’ennesima stangata/modifica alla Manovra Fiscale contro i ceti deboli ed in direzione contraria rispetto al rilancio dell’Economia (aumento dell’Iva e riduzione del taglio degli stipendi per i politici), sembra aver smosso finalmente anche la Cisl.

Raffaele Bonanni, in un’intervista pubblicata questa mattina dall’Unità, critica ampiamente la Manovra (anche la Uil è sullo stesso piano) e propone intanto di mettere nero su bianco un’intenzione che azzererebbe la portata dell’articolo 8, per quanto riguarda la deroga dei contratti collettivi nazionali in tema di licenziamenti. Un impegno scritto che obbligherebbe i rappresentanti delle tre sigle confederali, Cgil, Cisl e Uil, a non accettare in alcuna azienda la deroga al principio che non si può licenziare senza giusta causa.

Bonanni ha poi detto di rispettare chi della Cisl ha deciso l’altro ieri di partecipare allo sciopero generale, ma si è detto anche sicuro che la maggioranza degli iscritti fosse convinta della poca efficacia di quel tipo di protesta, che ha eroso ancora di più le tasche sempre più vuote dei lavoratori italiani.

Ora per Bonanni la palla passa alla Cgil, che, sempre secondo il segretario della Cisl, se accetta di abbandonare le derive dei ricorsi alla magistratura della Fiom (che vorrebbe cancellare anche gli accordi del 28 Giugno), può dar vita ad una nuova stagione di unità sindacale, visto che il giudizio negativo sull’ultima Manovra Fiscale, sembra ormai essere condiviso da tutte e tre le sigle sindacali principali.

Certo è che firmare un accordo che renda nulle le possibilità di licenziamenti senza giusta causa, e che venga rispettato da tutti i sindacalisti all’interno di ogni azienda del Paese, sarebbe una bella rivincita a livello umano e sostanziale contro la norma palesemente ingiusta e faziosa targata Ministro Sacconi, che ieri è riuscito a rendersi “tristemente noto” anche per una barzelletta blasfema ed offensiva che tramite Internet ha già fatto il giro del Mondo.

 

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Giancarlo Sali