L%26%238217%3Bauto+elettrica+in+Italia+non+%26%238220%3Bcarbura%26%238221%3B
blogliveit
/2011/09/28/lauto-elettrica-in-italia-non-carbura/amp/

L’auto elettrica in Italia non “carbura”

Published by
Silvia Barchiesi

E’ un mercato che non “carbura” ancora, quello dell’elettrico, eppure piace e in molti sono pronti a farci un pensierino: circa il 4% degli automobilisti nel mondo si dichiara già pronto a comprare un’auto elettrica. 

Lo dichiara un  nuovo studio di Deloitte  “Unplugged: Electric Vehicle realities versus consumer expectations” che ha raccolto oltre 13.000 interviste tra gli automobilisti di America (Argentina, Brasile, Canada, U.S.), Asia (Cina, India, Giappone, Korea, Taiwan) Europa (Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Turchia).

“Gli automobilisti meno inclini a considerare se stessi come Potenziali First Movers verso i veicoli a propulsione elettrica sono risultati quelli di  Germania (9%), Belgio (7%), Francia (5%) e Giappone (4%) – afferma Marco Martina, partner di Deloitte Consulting e responsabile del settore automotive in Italia – I mercati in rapida crescita e con una popolazione elevata come quelli di Cina e India hanno invece al proprio interno un’ampia fetta di potenziali acquirenti che si dichiarano sin d’ora interessati all’acquisto di un veicolo elettrico, in particolare il 50% degli automobilisti cinesi e il 59% degli automobilisti indiani. Resta da non sottovalutare anche la Turchia, terzo paese per percentuale di potenziali first mover rilevato (40%)”.

E l’Italia invece? Le previsioni parlano di 1,8 milioni di nuove immatricolazioni per il 2012, quindi il 4% di potenziali acquirenti si potrebbe tradurre in più di 70.000 auto elettriche per il nostro paese nel prossimo anno. Ma la realtà è un’altra cosa…

Se si guardano i dati dell’elettrico in Italia nei primi mesi dell’anno si comprende come le previsioni siano in realtà un miraggio: 103 è infatti  il numero di automobili elettriche vendute in Italia nei primi sei mesi dell’anno, pari allo 0,01% del mercato. E pensare che c’è chi sta peggio di noi: Portogallo, Belgio, Repubblica Ceca, Irlanda e Romania.

Published by
Silvia Barchiesi