Per Confindustria sono cinque i punti importanti da rafforzare per la crescita economica del paese: spesa pubblica e riforma delle pensioni; riforma fiscale; cessioni del patrimonio pubblico; liberalizzazioni e semplificazioni; infrastrutture ed energia. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, Ania, Abi, Alleanza delle Cooperative italiane, Confindustria e Rete imprese italia chiedono lâinnalzamento dellâetĂ pensionabile, soprattutto per le donne, portandola come nel pubblico impiego a 65 anni. Questo da fare entro il 2012, come anche lâaggancio dellâetĂ pensionabile con lâaumento della speranza di vita. Oltre a tutto questo, si chiede che venga fatta una riforma per le pensioni dâanzianitĂ , in modo da abrogare definitivamente lâattuale sistema, eliminando anche tutti i regimi speciali previsti dallâInps, per cancellare «privilegi che non trovano alcuna giustificazione».
Per quanto riguarda il fisco, Confindustria chiede che ci siano delle agevolazioni fiscali per aumentare la produttivitĂ e la ricerca, diminuendo il costo del lavoro per le imprese. Un altro punto importante Ăš quello che riguarda la lotta allâevasione fiscale, che devâessere centrale nelle nuove strategie di governo, oltre allâintroduzione di un prelievo patrimoniale ordinario: le imprese chiedono di fissare a 500 euro il limite per lâutilizzo del contante e di applicare sulle persone fisiche unâimposta patrimoniale annuale sul patrimonio netto. «Si puĂČ stimare che la misura comporti un maggior gettito per lâerario di circa 6 miliardi di euro annui»; oltre a questo le associazioni chiedono di rinnovare lâIrpef.
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, fa ancora sentire la sua voce: «il Paese ha bisogno di una politica economica diversa». La Marcegaglia, in aperta polemica con il governo, continua sostenendo che «siamo in un momento particolare e complicato per questo Ăš il momento di fare scelte per reperire risorse da investire nella crescita, anche perchĂš, se lo spread btp-bund persiste su questi livelli porterebbe la situazione ad essere ancora piuâ difficile senza la possibilitĂ di riprendere la crescita». Il presidente ha continuato: «Non sta a noi dire che il governo deve prendere le decisioni, non spetta a noi fare programmi politici. Noi diciamo che la situazione Ăš complicata e preoccupante ed eâ il momento di fare le scelte necessarie». Conclude poi minnacciando di «lasciare» i tavoli aperti con il governo «se non si andrĂ avanti nel confronto».
Il vice segretario del Pd, Enrico Letta, appoggia lâiniziativa degli industriali: «Bene il manifesto delle imprese. Ă un testo in larga parte condivisibile che indica obiettivi ambiziosi e parte da una giusta analisi dei problemi dellâItalia e delle risorse a cui attingere per ripartire. Ă chiaro che non Ăš lâattuale governo ad essere in grado di affrontare quelle prioritĂ . Noi siamo pronti al confronto e alla sinergia con la volontĂ riformatrice che quel manifesto esprime».