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Francia, ballottaggio non scontato alle primarie del Ps

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Giuseppe Timpone

Domenica prossima sarà ballottaggio tra François Hollande e Martine Aubry, al secondo turno per le primarie del Partito Socialista. E contrariamente ai pronostici, che lasciavano intravedere una lotta noiosa tra l’ex segretario del Ps e quello attualmente in carica, le cose sono andate un pò diversamente. Anzi, un pò troppo. E’ vero che Hollande ha vinto il primo turno e parte favorito anche per il ballottaggio. E’ altresì vero che sarà la Aubry a sfidarlo, ma quello che non era stato previsto è che la distanza tra i due è di meno di dieci punti percentuali, tutt’altro che impossibili da rimontare.

Così come non era stato previsto che al terzo posto si sarebbe imposto quell’anti-mondialista di Montebourg, che rappresenta l’anima No Global dell’ala sinistra dei socialisti, riportando uno spettacolare 17%. Non era nemmeno stato previsto il tonfo così triste e drammatico della Royal, che con il 7% dei consensi, si pone al quarto posto e a pochi decimali di differenza tra i cosiddetti “altri candidati”. Come se un giorno in Italia Walter Veltroni si ripresentasse alle primarie del PD e prendesse grosso modo i voti di un Adinolfi. Sì, perchè la Royal nel 2007 ottenne un più che dignitoso quasi 47% al secondo turno delle presidenziali contro Sarkozy. Oggi, viene malvista a sinistra come portasse iella.

Aubry sembra essersi rinvigorita da quella che sembrava una sconfitta ineludibile. Fino a domenica. Montebourg si sente più affine a lei che all’equilibrista Hollande, inviso alla gauche più militante e di sinistra per la sua politica moderata. Se portasse in dote i suoi voti alla Aubry, considerando che molto probabilmente anche la Royal, ex moglie di Hollande, si schiererà con lei, l’ex ministro del lavoro avrebbe più di qualche chance di farcela.

Il voto di due giorni fa ha detto una cosa molto chiara. Gli elettori di sinistra in Francia non vogliono un partito moderato, specie sulle tematiche economiche. Chiedono di tornare alla gauche di sempre, di lotta e di governo, ma senza quella patina di moderazione alla Hollande. Carattere questo che, al contrario, sarebbe gradito al resto dell’elettorato, tanto che sarebbero in tanti a voltare faccia a Sarkozy, votando per Hollande.

Il rischio è di perdere l’ala radicale dei socialisti, che in qualche occasione è stata determinante per confermare la vittoria o la sconfitta dei socialisti alle elezioni. Insomma, c’è speranza per la Aubry, che ha più di un motivo per sorridere. Ma anche Sarkozy.

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Giuseppe Timpone