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USA, Romney primeggia al dibattito dei Repubblicani sull’economia

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Giuseppe Timpone

Ieri sera al Darmouth College di Hanover è andato in onda un dibattito per le primarie del Partito Repubblicano, incentrato solo sull’economia e diretto dal conduttore della tv pubblica Charlie Rose. Erano nove i candidati del GOP che hanno tentato di aggiudicarsi la leadership dell’incontro. Ultimo arrivato è Herman Cain, imprenditore afro-americano della pizza che già si starebbe facendo parecchia strada nei sondaggi, anche grazie alla sua vittoria nello straw poll in Florida.

Ma sarà che l’economia è il suo piatto forte, sarà che i rivali non avevano grande smalto, ma a primeggiare su tutti è stato l’ex governatore del Massachussetts Mitt Romney, che nessuno, infatti, ha cercato di attaccare direttamente, per non restare travolto dalla sua abilità oratoria. Soltanto una volta, Rick Perry, l’attuale governatore del Texas, ha definito la sua riforma sanitaria uguale a quella di Obama. Romney ha risposto convincente che lui ha previsto una copertura per chi non ce l’aveva, mentre Obama ne vuole imporre una a tutti. E sempre sull’economia, tutti si sono detti d’accordo nel combattere la svalutazione dello yuan, che danneggia le esportazioni americane, tanto che Romney l’ha considerato il problema che affronterebbe già il primo giorno alla Casa Bianca.

Ma c’è stata una formula che ieri ha fatto la sua figura, quale che ne sia stata la reazione altrui. E’ quella proposta da Cain, il “9-9-9”, ossia l’imposizione di un’aliquota del 9% sui salari, una del 9% sugli utili e sempre del 9% anche sui beni e servizi. Sarebbe, a detta di Cain, il modo per rilanciare l’economia. Sarcastica la reazione di John Huntsman, outsider nella corsa alla nomination, che ha affermato di avere pensato che fosse il prezzo della pizza, mentre la paladina dei Tea Party, Michele Bachmann, ha ironizzato sul fatto che rovesciate le cifre si avrebbe un “6-6-6”, ossia il numero del diavolo. Il che significherebbe, ha aggiunto la donna, che il diavolo si nasconde nei dettagli di questa proposta.

Impacciato e per nulla brillante, invece, è parso Rick Perry, che avrebbe avuto bisogno ieri di un rilancio di immagine, dopo le polemiche e le gaffe di queste ultime settimane. La sua popolarità è crollata e adesso non sarebbe più primo nelle intenzioni di voto degli elettori di destra. In netto vantaggio sarebbe Mitt Romney, che a questo punto è diventato il candidato da battere.

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Giuseppe Timpone