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Riforma pensioni: Cgil, no all’accanimento sulle donne

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Filadelfo Scamporrino

Il pressing dell’Ue sull’Italia, in materia di riforme strutturali, oramai assomiglia ad un vero e proprio assedio. Di contro, il Governo di centrodestra in queste ore si sta giocando la partita con l’Europa sulle pensioni, uno dei capitoli sui quali l’Ue fa pressing affinché in Italia l’età pensionabile venga innalzata. I Sindacati, ed in particolare la Cgil, sembrano però pronti alla mobilitazione qualora si intervenisse sulle pensioni anziché reperire risorse da altri fronti, a partire dai grandi patrimoni, e passando per una lotta più efficiente  all’evasione fiscale. Il più grande Sindacato italiano, non lo scopriamo di certo oggi, non considera credibile l’attuale Governo in carica per fare le riforme.

Ad esempio, la  Segretaria confederale della CGIL Vera Lamonica in queste ore ha messo in risalto come l’attacco al lavoro da parte del Governo sia oramai insopportabile, così come sarebbe inaccettabile, in materia di pensioni, un ulteriore accanimento sulle donne. Insomma, per il Sindacato della Cgil i lavoratori hanno già dato e, sostanzialmente, la pensa come la Lega Nord che per ragioni di elettorato per ora ha alzato le barricate e non sembra essere molto disposta a trattare specie sull’ipotesi di un innalzamento dell’età pensionabile fino a 67 anni.

Secondo Vera Lamonica si dovrebbe agire sulle attuali sperequazioni presenti nel mondo del lavoro in Italia, a partire dalle differenze di aliquota presenti tra i lavoratori autonomi e quelli dipendenti. Questo perché i precari ed i parasubordinati stanno rimpolpando le casse della previdenza a favore di altre gestioni pensionistiche che, invece, sono in rosso.

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Filadelfo Scamporrino