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Libia, catturato Saif Gheddafi. Piazze in giubilo

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Giuseppe Timpone

Il figlio prediletto dell’ex rais libico, Saif Ghedaffi, è stato catturato ieri a pochi chilometri da Ubari, nel sud del Paese, mentre tentava di fuggire verso il Niger, scortato da alcune guardie del corpo. L’arresto è avvenuto per mano delle forze militari del Consiglio Nazionale di Transizione, il governo provvisorio post-Gheddafi. L‘annuncio è stato dato da uno degli stessi comandanti dell’operazione, Bashir Thaelba, il quale in un’improvvisata conferenza stampa ha voluto condividere la notizia dell’arresto con il popolo libico, riservandosi di offrire maggiori informazioni a partire da domani. Alla notizia della cattura dell’uomo più ricercato della Libia fino a ieri, migliaia di cittadini sono scesi in piazza a Misurata, a Tripoli e in altre città, per esprimere la propria soddisfazione.

39 anni, laureato in Economia alla London School of Economics, Saif era considerato, in verità, il volto umano del regime libico all’estero. Nei confronti dell’Occidente aveva fatto aperture importanti, arrivando anche a trattare per il risarcimento delle vittime di Lockerbie.

Aveva una visione più “liberale” dell’economia, tanto che aveva fatto sì che la Libia si aprisse ai mercati occidentali e per questo la sua attività politica veniva vista all’estero con rispetto e anche con molta speranza, grazie al suo riformismo. All’interno del regime era stato così duramente attaccato dalle frange più estremiste che nel 2008 aveva anche annunciato di volersi ritirare dalla vita politica e dagli affari. All’inizio delle prime manifestazioni anti-regime, nel mese di febbraio, in coincidenza con la Primavera Araba anche in altri stati, come Tunisia ed Egitto, Saif aveva addirittura preso le difese della popolazione civile, mostrandosi vicino alla sue rivendicazioni.

Poi, la guerra civile ha cancellato ogni sfumatura, come sempre accade quando si distingue il mondo in buoni e cattivi. E così, Saif, da moderato e riformatore, è diventato semplicemente il figlio di Gheddafi e la sete di vendetta ha iniziato a prevalere sulle sue responsabilità, che pure ci sono anche nelle stragi di civili, tanto che è desiderato dalla Corte Penale Internazionale, che lo reclama per processarlo.

Il neo-ministro degli esteri italiano Terzi ha voluto esprimere soddisfazione per la cattura ma ha anche raccomandato alle forze libiche che Saif sia sottoposto a un processo equo, in linea con gli standard internazionali.

 

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Giuseppe Timpone