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USA, fallita mediazione su riduzione deficit. Rischio nuovo “downgrade”

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Giuseppe Timpone

La commissione bipartisan americana, composta da sei esponenti Repubblicani e sei Democratici, ha fallito l’obiettivo di raggiungere un accordo per la riduzione del deficit federale, come era stato stabilito agli inizi di agosto, quando era stata raggiunta un’intesa in extremis, per evitare il default.

Secondo quanto si apprende, già durante la giornata di oggi, il deputato dei Democrats, Patty Murray e il Repubblicano Jeb Hansarling annunceranno ufficialmente di non essere stati in grado di raggiungere un accordo.

Tre mesi e mezzo fa era stato stabilito che entro il prossimo 23 novembre, la commissione avrebbe dovuto varare un testo, per la riduzione del deficit di 1200 miliardi di dollari in dieci anni e per fare questo oggi sarebbe dovuta essere presentata una proposta legislativa al Congresso, da approvare definitivamente entro il prossimo lunedì.

Ma nessuna intesa è stata raggiunta e, anzi, la commissione non si riunisce dal primo novembre, segno della inutilità nel persistere con riunioni ulteriori.

Il fatto è che adesso gli USA rischiano un nuovo declassamento, dopo avere già perso la tripla A per opera di Standard & Poor’s. Infatti, la stessa agenzia aveva chiarito che sarebbe stato possibile un ulteriore “downgrade”, nel caso di mancato raggiungimento sulla riduzione strutturale del deficit federale.

Anche le altre agenzie, Moody’s e Fitch, potrebbero adesso abbassare la loro valutazione sui Treasuries, il che avrebbe un effetto psicologico drammatico sui mercati, rendendo l’idea di una impasse politica sia negli USA che nella UE.

I motivi del mancato accordo consistono nella volontà dei Democratici di aumentare le tasse ai contribuenti più ricchi, con redditi sopra un milione di dollari. Al contrario, i Repubblicani ritengono che bisogna abbassare la spesa pubblica, anche quella di sanità e previdenza.

Il clima pre-elettorale, in vista delle presidenziali e del rinnovo di Camera e Senato nel novembre 2012, non aiuta certo a un avvicinamento delle posizioni.

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Giuseppe Timpone