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Marocco, islamici proclamano vittoria alle elezioni di ieri

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Giuseppe Timpone

Il Partito Giustizia e Sviluppo di Abdelillah Bekirane, una formazione filo-islamica, si è proclamata vincitrice alle elezioni politiche che si sono tenute ieri in Marocco, per l’assegnazione dei 395 seggi della Camera dei Rappresentanti. Secondo le indicazioni che la sede centrale del partito riceverebbe da ogni angolo del Paese, esso avrebbe ottenuto tra i 90 e i 100 seggi, raggiungendo così la maggioranza più ampia nella storia recente marocchina e raddoppiando la propria presenza in Parlamento, rispetto ai consensi ottenuti nel 2007. Tuttavia, avrebbe bisogno lo stesso di coalizzarsi con altri partiti, al fine di raggiungere la maggioranza parlamentare. Nessun dato viene ancora annunciato dalle altre formazioni in campo, tra cui anche la coalizione eterogenea della maggioranza uscente, che comprende sia conservatori che monarchici. Nei sondaggi della vigilia, erano dati in crollo.

Male il dato che forse più interessava gli osservatori politici e la monarchia, dopo il varo della nuova Costituzione a giugno, confermato dal referendum popolare di luglio: l’affluenza. Si sarebbe fermata al 45% degli iscritti, un dato molto basso, sebbene in crescita dal 37% del 2007.

Va, tuttavia, osservato che il dato dell’affluenza è stato misurato sugli iscritti e non sugli aventi diritto, cioè tutti i cittadini al di sopra dei 18 anni. Infatti, se erano 21,5 milioni gli aventi diritto, solo 13,6 milioni si erano registrati per votare, segnalando un disinteresse diffuso per queste elezioni, una non vittoria della linea riformista della Corona, che pure puntava a risvegliare la partecipazione alle urne. Al referendum di luglio erano andati a votare il 72% degli iscritti, facendo sperare in un risultato di ieri più positivo. Oltre alla scarsa capacità di presa dei partiti, hanno influito anche i ripetuti appelli degli islamici fondamentalisti e della sinistra più estrema, facenti parte del “Movimento 20 febbraio”, a disertare le urne.

L’unico dato positivo è che le urne si sono aperte e chiuse nel massimo della serenità pubblica, in controtendenza alle tensioni degli altri stati. Qui, la Primavera Araba è stata ben gestita dalla Casa Reale.

Preoccupante, però, il trend dell’affluenza al voto, che segnala una partecipazione costantemente in calo, seppure ieri ha registrato un aumento sul 2007. Si passa dal 67% del 1984 al 37% del 2007, passando per cali costanti a ogni tornata elettorale, fino alla lieve risalita poco brillante di ieri.

 

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Giuseppe Timpone