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Putin contro USA, americani dietro proteste post-voto

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Giuseppe Timpone

I toni sembrano essere quelli di una nuova Guerra Fredda, a pochi giorni di distanza dalle elezioni dello scorso 4 dicembre che hanno esitato in Russia una vittoria molto meno ampia del previsto per il premier Vladimir Putin e scatenato proteste di piazza molto vivaci per i presunti brogli documentati sul web. Per domani si attendono a Mosca decine di migliaia di manifestanti, tanto che il governo e il Cremlino hanno deciso di spostare alcune truppe di stanza in Cecenia nella capitale al fine di creare un folto cordone di sicurezza con l’uso anche di carri armati. La situazione sta davvero sfuggendo di mano alla coppia potentissima Putin-Medvedev, che non si attendeva una reazione così vivace al risultato elettorale.

Russia Unita, il partito dei due, ha ottenuto il 49,3% dei voti, ma gli avversari sostengono che il dato reale non andrebbe oltre il 30%. Gioco delle parti, ovvio. I comunisti di Ziuganov e i nazionalisti di Zhirinovskij stanno approfittando del boom di consensi ottenuti domenica scorsa e del clima anti-istituzionale che sembra avere attecchito.

E Putin, che ha già formalizzato la sua candidatura per il Cremlino per le elezioni di marzo, non ha preso per nulla bene le dichiarazioni del segretario di stato USA, Hillary Clinton, che ha definito “inaccettabili” i risultati del voto in Russia, prima ancora del pronunciamento degli organismi internazionali. Il premier ha affermato che dietro le proteste ci sarebbero proprio gli americani, che con le loro centinaia di milioni di dollari finanzierebbero le rivolte anti-governative. Il nervosismo tra russi e americani cresce e con esso le polemiche interne a Mosca, che stanno rendendo quella che avrebbe dovuto essere una passeggiata ai seggi serena e senza ostacoli per il Cremlino in un incubo da cui liberarsi al più presto.

Le TV russe censurano il più possibile le immagini degli scontri e dei cartelli con sopra scritto “Putin, vattene”, “Abbasso Putin”. Ma sul web il controllo del governo è una missione impossibile e già circa 30 mila persone hanno dato il loro ok su internet per la manifestazione di domani.

C’è già chi parla di primavera russa, ma forse più semplicemente la maggiore offerta informativa ha sparigliato le carte di Putin e Medvedev. Che adesso dovranno recuperare al più presto per porre un freno a quella che potrebbe trasformarsi in una valanga elettorale loro contraria.

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Giuseppe Timpone