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Nord Corea piange isolata la morte di Kim Jong-il

Published by
Giuseppe Timpone

A 24 ore dall’annuncio della morte del “Caro Leader”, come lo hanno sempre definito i media di stato nordcoreani, il Paese vive il “dolore” per la sua scomparsa nel più totale isolamento, che si evidenzia nel fatto che non solo sono arrivate poche condoglianze ufficiali e senza grande cordoglio, ma anche nell’assenza di capi di stato e di governo che presenzieranno alle esequie del 28 dicembre. E’ volontà del ferreo regime non invitare nessuno, ma lo è altrettanto dei potenziali invitati. Kim Jong-il è stato un despota spietato e sotto la sua guida dal 1994, il Paese ha vissuto una pagina tragica della sua storia, con l’aggravarsi della miseria nei villaggi e nelle campagne, che avrebbe provocato un paio di milioni di vittime per fame.

Qui ancora si osanna Stalin e i metodi del dittatore sovietico sono riportati tali e quali, attuando un comunismo di ferro che ha reso la Corea del Nord uno degli stati più pericolosi al mondo, fonte di destabilizzazione di tutto il sud-est asiatico.

Adesso gli USA scrutano quale futuro potrebbe esserci nelle mani del figlio del defunto dittatore, il ventisettenne Kim Jong-un. Sarà il terzo presidente per via dinastica, una contraddizione in termini, ma qui la ferocia dei Kim è riuscita a trasformare il comunismo in un affare monarchico e di famiglia. Se i media nazionali dipingono Jong-un una “creatura del cielo”, all’estero viene considerato un uomo persino più folle e feroce del padre e del nonno. Per questo un po’ tutto il pianeta è in allarme, anche perché la sua giovane età potrebbe non aiutarlo nella moderazione.

Ieri la Corea del Sud ha inviato il suo cordoglio ufficiale, ma è evidente che i rapporti tra i due stati sono tesissimi e rischiano di esserlo ancora di più, se il nuovo presidente si darà ad azioni dissennate, quali i test missilistici ed atomici, in aperta provocazione contro Giappone e Sud Corea, anzitutto.

Intanto la TV di stato diffonde le immagini del corpo di Jong-il in una bara avvolto da una coperta rossa, circondato da fiori e funzionari che gli rendono omaggio. I media nazionali cercando di diffondere, soprattutto, il messaggio di un Paese in preda alla disperazione, con decine di uomini e donne che si straziano per il dolore nei luoghi simbolo della capitale Pyongyang.

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Giuseppe Timpone