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Kamikaze a Damasco: morti e feriti. Forse c’entra al-Qaeda.

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Andrea Luigi Gaetani

Si è verificato un doppio attentato ad opera di kamikaze contro le basi dell’intelligence siriana a Damasco; non è stato ancora comunicato il numero ufficiale delle vittime. Da quanto raccontano le fonti, uno dei due attentatori era a bordo di un’autobomba. L’altra esplosione pare possa essere anch’essa opera di un kamikaze a bordo di un’autobomba. Le forze di sicurezza hanno arrestato un uomo per ulteriori accertamenti: potrebbe essere uno dei responsabili degli attentati.

Come precedentemente detto, non ci sono indicazioni precise su morti e feriti. Le vittime delle esplosioni sarebbero sia guardie che passanti; si parla anche di danneggiamenti ad alcuni edifici. Delle due bombe, la prima ha preso di mira un ufficio della polizia, la seconda una sede della sicurezza. Dietro gli attentati potrebbe esserci l’organizzazione terroristica nota col nome di al-Qaeda.

A diffondere la notizia dell’attentato è stata la tv di Stato siriana, che per prima ha diffuso le immagini delle vittime dell’esplosione e degli edifici danneggiati.  “E’ un atto ignobile e codardo, che colpisce la Siria in un momento difficile”, ha commentato la conduttrice televisiva in studio.

L’attentato terroristico arriva in un periodo molto travagliato per la Siria. Il regime del presidente Bashar al Assad sta tentando da nove mesi di reprimere la rivolta che si è scatenata in tutto il Paese. Le dure rappresaglie del regime hanno provocato, secondo una stima delle Nazioni Unite, almeno 5000 morti fra i civili ed i ribelli. Il controllo statale e la repressione avvengono per mezzo di quattro organi fondamentali: la Sicurezza di Stato, la Sicurezza politica, i Servizi di sicurezza militari e i Servizi di sicurezza dell’areonautica. In questi mesi si sono registrate molte perdite anche fra le guardie e le forze dell’ordine: almeno altri 2000 morti da Marzo ad oggi, sempre secondo le stime delle Nazioni Unite.

Dopo l’accaduto si sono intensificate le richieste dell’Onu per una tregua che possa tranquillizzare la situazione del Paese, adesso più che mai in subbuglio. La Lega Araba sta cercando di intervenire diplomaticamente per risolvere la situazione. Però il presidente dell’Assemblea generale Onu, Nassir Abdulaziz al-Nasser, ha già chiarito che se la Lega Araba fallirà, sarà l’Onu stessa a dover intervenire. «Come presidente dell’Assemblea generale, sono pronto a mediare per contribuire a ristabilire stabilità e sicurezza», queste le parole di al-Nasser.

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Andrea Luigi Gaetani