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Russia, tribunali negano brogli. Respinte richieste delle opposizioni

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Giuseppe Timpone

In Russia continua la polemica sul risultato delle ultime elezioni politiche del 4 dicembre, che hanno visto la vittoria di misura del partito del premier Putin, Russia Unita. In alcune circoscrizioni ci sarebbero stati risultati molto strani, con i due principali partiti, quello di Putin e Medvedev e i comunisti di Ziuganov, alla pari in molti seggi, con esattamente gli stessi voti. Ma il premier ha respinto la richiesta delle piazze di fare svolgere nuovamente le elezioni, sostenendo che l’unica cosa che dovrebbero fare coloro che hanno le prove, sarebbe di rivolgersi ai tribunali.

Una risposta per certi versi scontata, anche se i primi esiti dei tribunali di Mosca non sono positivi. Qui i maggiori ricorsi sono stati presentati dal partito liberale Yabloko, il più danneggiato, pare, da possibili brogli.

I giudici hanno tuttavia respinto i ricorsi, per mancanza di prove. Infatti non possono valere le sole testimonianze oculari o alcune immagini e ripresa con il telefonino. Per sperare nell’accoglimento di un ricorso, sarebbe necessario che il presidente del seggio consegni almeno la copia del verbale, cosa che non accade mai, nei fatti. Pertanto, niente processo e il voto resta valido. Ma Putin ha capito che gran parte del suo successo personale e politico si giocherà sulla credibilità e ha promesso elezioni oneste, il che quasi sconfessa le sue precedenti affermazioni, per cui non ci sarebbero stati brogli.

E per realizzare tale obiettivo, ecco che il Cremlino e il capo del governo hanno già preparato un piano per le presidenziali di marzo, che prevede l’installazione di 93 mila webcam, che visioneranno non solo i seggi, ma addirittura il banco dove c’è la scheda elettorale, monitorando ogni voto.

Il problema è che bisognerebbe trovare una qualche soluzione per via del fuso orario, che fa sì che le regioni orientali votino prima delle altre, per cui non sarebbe concepibile che il voto possa essere per queste mandato in diretta.

Ma gli esperti eccepiscono che il vero problema non starebbe nel risultato ufficiale sui verbali del seggio, che è frutto della presenza dei rappresentanti di lista dei vari partiti. Il rischio di brogli si ha con il trasferimento dei verbali dal seggio alla commissione di zona, dove i numeri potrebbero essere mutati.

 

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Giuseppe Timpone