Oltre i tre quarti degli italiani si rivolgono ad amici, parenti e sindacati per cercare un nuovo lavoro. Lo dice il risultato di uno studio Eurostat, Methods Used for Seeking Work. Secondo tale ricerca, il 76,9% cerca un posto di lavoro tra i propri conoscenti, contro una media europea del 68,9% (Eurozona) e del 69,1% nella UE.
Quindi, contrariamente a quella che sembra essere la percezione comune, anche all’estero mediamente due persone su tre cercano lavoro, guardandosi in casa. Tuttavia, le percentuali variano molto tra stato e stato. Si passa dal 34,8% della Finlandia, al 40,2% della Germania e al 92,2% della Grecia.
Quanto poi alla pubblicità del proprio curriculum, in Italia la fa il 63,9%, percentuale inferiore sia alla media dell’Area Euro (68,8%) che della UE (71,5%). In sostanza, in Italia meno persone fanno affidamento sul proprio curriculum e lo pubblicizzano per trovare lavoro.
E meno di un terzo risponde a un annuncio di lavoro sul web o sui giornali, il 31,4%, dimostrando come nel nostro Paese si preferisca di molto il contatto diretto con chi il lavoro lo fornisce, ossia il datore, a cui si rivolge oltre il 60% delle persone.
Scarsa la fiducia anche ai centri per l’impiego pubblici, ma anche alle agenzie di lavoro private. Si rivolge a loro una fetta minoritaria di chi cerca lavoro. Il discorso, in realtà, vale grosso modo anche nel resto d’Europa, ma in Germania si rivolge ai centri pubblici oltre l’80% di chi ne ha bisogno.
Ciò sarebbe dato dalle dimensioni medio-piccole delle aziende italiane, che consente un più diretto contatto con il datore di lavoro. A dicembre, un’altra ricerca aveva trovato risultati simili dal lato della domanda, ossia tra le imprese. Diminuisce la percentuale di quelle che ricorrono alle agenzie di lavoro, per trovare potenziali lavoratori, preferendo la ricerca diretta e per conoscenza.