Kim Jong-un, il nuovo presidente della Corea del Nord compie oggi gli anni. Le TV di stato mandano in onda alcuni filmati in cui il giovane neo-presidente, succeduto al padre Kim Jong-il, deceduto lo scorso 17 dicembre, effettua alcune azioni militari, impartisce ordini e parla di dichiarazione di guerra agli USA, nel caso questi abbattano un presunto satellite lanciato in orbita, ma che gli americani hanno affermato essere un missile a lunga gittata. Sempre nella lunga e patetica giornata caratterizzata dai festeggiamenti in onore del nuovo leader indiscusso, scorrono anche le immagini del padre che, parlando del figlio, lo definisce “uguale a sé e genio dei geni in campo militare”.
Altre voci di ufficiali si odono dichiarare che Kim sia un rispettato leader, dalle indiscusse qualità in affari militari e impartisce ordini indiscutibilmente perfetti.
I media nazionali stanno tentando di costruire attorno alla figura dell’improvvisato presidente un’aria di sacralità, come fu fatto con le altre due generazioni dei Kim che lo hanno preceduto. Sulla sua figura c’è ancora una certa aria di mistero, a cominciare dall’età. Dicevamo che oggi è la data del suo compleanno, ma non si conosce l’anno di nascita. Si sostiene che abbia tra i 25 e i 30, ma l’età più attendibile sarebbe intorno ai 28.
La stessa dirigenza del partito cerca di dare un’immagine gloriosa e infaticabile del nuovo leader, che viene descritto dormire solo 3-4 ore a notte e digiunare spesso per studiare.
Dalla morte del padre, Kim Jong-un non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale. I media stranieri non lo avevano mai visto a busto intero prima del decesso di Kim Jong-il e lo descrivono come un giovane senza alcuna esperienza e forse più temibile del padre, come dimostra anche il lancio del missile, subito dopo la morte di questi, quale segnale di forza inviato agli americani e all’Occidente.
Malgrado la Corea del Nord sia uno stato ateo, essendo vietato l’esercizio di qualunque fede religiosa, il culto della personalità dei tre Kim non è dissimile da quello dei fedeli verso un loro Dio, tanto da fare parlare di una sorta di paradosso di “comunismo religioso”, sebbene rivolto solo ai leader del partito.