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Cina, rallenta corsa pil. Nel 2011 crescita del 9,2%

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Giuseppe Timpone

Sembra incredibile dirlo, ma è così. Malgrado il 2011 per la Cina sia stato un anno di crescita al 9,2% del pil, il tasso risulta in rallentamento dal 10,4% del 2010 e, pertanto, è stato accolto con qualche inquietudine dal governo di Pechino e dagli analisti stranieri.

In particolare, il quarto trimestre dell’anno ha visto crescere la ricchezza dell’8,9%, in calo dal 9,1% del terzo trimestre, ma superiore al dato atteso dell’8,6%. In cifre, il pil cinese vale 47.156 miliardi di yuan, corrispondenti a 7.466,2 miliardi di dollari e a 5.880,3 miliardi di euro.

Adesso l’incognita si sposta sul 2012, rispetto al quale è previsto un ulteriore rallentamento dell’economia, sia per ragioni di congiuntura sfavorevole a livello mondiale, ma anche per la crisi del settore immobiliare, in fortissima frenata, rispetto al trend esplosivo degli ultimi anni.

Gli analisti non sono sembrati pessimisti, nelle scorse settimane, rilevando come Pechino sarebbe in grado di sostenere una crescita ben superiore all’8% anche nel 2012, soglia sotto la quale si temono ripercussioni negative sul mercato del lavoro. Tuttavia, molto dipende dall’intensità della crisi in Europa, oltre che dell’economia negli USA, i due maggiori mercati di sbocco per le merci cinesi.

Quanto all’incubo di un tonfo dei prezzi immobiliari, che potrebbe trascinare con sé il sistema bancario del Paese, il governo sarebbe intenzionato ad evitare che le banche restringano troppo il credito, a danno dell’economia, ma un’inflazione ancora al 4,1% a dicembre non gli darebbe un raggio d’azione granché ampio, per cui non possono essere esclusi contraccolpi alla crescita del Dragone.

Le costruzioni ad oggi rappresentano un quarto di tutti gli investimenti in Cina e un decimo del suo prodotto interno lordo, mentre le esportazioni creano il 40% della crescita cinese. Ed entrambi sono in crisi.

 

 

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Giuseppe Timpone