Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale sono tutt’altro che confortanti per la crescita italiana. Tagliando le già cattive stime precedenti, l’organismo internazionale ha previsto un calo del pil del 2,2% nel 2012 per l’Italia e un altro dello 0,6% per l’anno prossimo. Le cose andrebbero male anche nell’intera Eurozona, ma che se la caverebbe con una recessione di mezzo punto del pil nel 2012 e una timida ripresa asfittica dello 0,6% nel 2013.
Anche i big europei vedrebbero i netto rallentamento la loro crescita: Francia a +0,2% e Germania a +0,3% quest’anno. Tuttavia, Berlino tornerebbe alla crescita l’anno successivo, con un moderato +1,5%.
A livello globale, la crescita è prevista al 3,3% nell’anno in corso e al 4% il prossimo. Gli USA, invece, confermerebbero il trend stagnante, con un pil in crescita dell’1,8% nel 2012 e del 2,2% nel 2013. Sono valori ritenuti soddisfacenti nell’Eurozona, ma bassi per la storia economica recente dell’America.
I dati allarmanti dell’Fmi sull’Italia si pongono in conformità con quelli esitati da una stima della Banca d’Italia, pubblicata due giorni fa, che vede il pil ridursi dell’1,5% e fermo a zero l’anno prossimo, nel caso in cui continuasse a registrarsi un differenziale di 500 punti tra i nostri bond e quelli tedeschi.
Sempre secondo lo studio di Palazzo Koch, nel caso in cui il differenziale di rendimento dovesse scendere a 200 punti base, la recessione sarebbe affievolita di qualche decimale per quest’anno all’1,2%, mentre l’anno prossimo si potrebbe registrare una crescita massima dello 0,8%.
Una situazione, in ogni caso, di allarme sulla tenuta dei nostri conti pubblici, che potrebbero risentire negativamente di una crisi più grave di quanto la si fosse prevista.